[03/04/2009] Comunicati

Perché la tecnologia è così importante per combattere i cambiamenti climatici

LIVORO. Ai Bonn climate change talks uno dei temi più discussi è quello del trasferimento ai Paesi in via di sviluppo delle tecnologie pulite per combattere il cambiamento climatico. I delegati dei Paesi poveri e di quelli emergenti si fanno forti della scheda dell’Unfccc “Why technology is so important” che è uno degli elementi per la discussione tra i 2.000 delegati di Bonn. Quello che è certo è che un accordo per il post-Kyoto dovrà comprendere una nuova cooperazione tecnologica e per l´innovazione da portare avanti in modo concertato tra ricchi e poveri.

Quello che è evidente è che i trucchi contabili e le briciole messe a disposizione ieri al G20 di Londra non saranno in grado di affrontare questa sfida e non implementeranno più di tanto gli sforzi, già in atto all´interno della convenzione Unfccc e del Protocollo di Kyoto, per promuovere il trasferimento di tecnologia dai Paesi industrializzati a quelli in via di sviluppo. Si dimentica troppo spesso che gli sforzi per eradicare la povertà e promuovere la crescita economica nei Paesi in via di sviluppo richiederanno ingenti quantità di energia e forti investimenti in infrastrutture energetiche, «più della metà dei circa 26 trilioni di dollari previsti che dovranno essere investiti in tutto il mondo nel settore energetico entro il 2030. Allo stesso tempo, il più grande potenziale di mitigazione dei gas serra, circa il 70% di quel che è possibile in tutto il mondo», spiega la scheda dell’Unfccc.

Le tecnologie ecocompatibili (Environmentally sound technologies - ESTs) sono essenziali per la mitigazione e l´adattamento al cambiamento climatico e per aumentare la resilienza ai suoi effetti. Secondo l’Unfccc «sono in grado di fornire soluzioni "win-win", che consentano alla crescita economica globale ed alla mitigazione del cambiamento climatico di procedere di pari passo».

L’utilizzo di ESTs può permettere ai Paesi in via di sviluppo una più agevole transizione verso un’economia a bassa intensità di CO2 e dividere la crescita economica da quella delle emissioni. Le ESTs, insieme ad un approccio improntato allo sviluppo sostenibile, possono evitare ai Paesi in via di sviluppo di ripercorrere le strade percorse dai Paesi industrializzati che hanno portato a danni e rischi ormai noti.

In un pianeta ormai profondamente modificato dalle attività umane, la maggior parte dei metodi di adattamento comportano l’uso una qualche forma di tecnologia: quelle “soft” includono la rotazione delle colture agricole o l’utilizzo delle conoscenze tradizionali, quelle “hard” i sistemi di irrigazione, le sementi resistenti alla siccità, o le infrastrutture per difendersi dall’aumento del livello del mare e dalle tempeste, c’è poi un mix di misure “soft” ed “hard” che può essere riassunto con l’esempio dei sistemi di allarme rapido contro le catastrofi naturali.

Un approccio volontario al problema della condivisione delle nuove tecnologie non sarebbe in contrasto con gli obiettivi di base e gli approcci proposti dall’Unfccc, ma la velocità o i tempi in cui le tecnologie vengono impiegate su larga scale è probabile che differiscano in modo sostanziale tra Paesi ricchi e poveri, quindi bisognerebbe avere obiettivi vincolanti che permettano di diffondere rapidamente le tecnologie.

Le Ests devono essere rapidamente messe a disposizione del settore privato ed il loro impiego ampiamente diffuso. «Nonostante i progressi compiuti – evidenzia la scheda dell’Unfccc - gli investimenti in ESTs sono appena alla loro infanzia. Per questo, é necessario connettere i vari protagonisti ed interessi nel campo del climate change. Ci sono quattro sfide che devono essere soddisfatte alle seguenti condizioni:
1. Le Ests sono considerate più costose delle tecnologie esistenti basate sui combustibili fossili. Questo è destinato a diminuire in quanto è in aumento la domanda di ESTs, tenendo conto che l’approccio al fattore dei costi ambientali è affrontato a seconda di come vengono gestite le correnti distorsioni dei prezzi. Ma questo processo può iniziare solo se: Il mercato avvia effettivamente appropriate politiche e il carbon markets continua a svilupparsi; Per raggiungere questo obiettivo devono essere sviluppati diversi strumenti politici che devono essere integrati in un insieme coerente.
2. Ci sono una serie di ostacoli alla più ampia diffusione delle ESTs. Questi vanno dai livelli giuridico, normativo, istituzionale, finanziario, alla mancanza di capacità tecniche e sociali, dagli stili di vita e le abitudini umane alle infrastrutture necessarie per le nuove tecnologie energetiche. Una vasta gamma di approcci innovativi di politica pubblica e il potenziamento delle capacità saranno necessarie per superare questi ostacoli.
3. Sarà anche necessario un grande impulso alla ricerca e sviluppo (R & S) nel campo delle nuove tecnologie, come ulteriori ricerche sulla cattura e stoccaggio del carbonio, l´idrogeno e le celle a combustibile, i biocarburanti, power storage systems e la micro-generazione, le tecnologie energetiche pulite, i sistemi di allarme rapido per egli venti meteorologici estremi e la biotecnologia, che, a loro volta, richiederanno una serie di pacchetti di sostegno pubblico.
4. Sarà necessaria, su una scala senza precedenti, la cooperazione tecnologica tra i Paesi sviluppati e in via di sviluppo e, sempre più spesso, tra i Paesi in via di sviluppo».

Intanto molti Paesi in via di sviluppo e in rapida crescita, stanno facendo investimenti per miliardi di dollari in capital stock, per infrastrutture e generazione di energia, che saranno utilizzati per trenta o più anni. Questi investimenti possono contribuire allo sviluppo sostenibile ed al buon funzionamento del mercato del carbonio che probabilmente avrà una funzione importante nel futuro quadro della mitigazione e per il ruolo giocato dai governi. Infatti, per un’ampia diffusione delle ESTs i governi devono concretizzare e sostenere un “marketfriendly” con chiare e prevedibili condizioni di parità per gli investitori privati. Per far questo devono garantire alle imprese un quadro e partenariati a livello nazionale e internazionale. Per investire con fiducia le imprese hanno bisogno di conoscere e capire, a livello nazionale e internazionale, quale siano la direzione e l´obiettivo finale e le politiche climatiche, per poter investire con fiducia. Per ridurre la percezione del rischio associato agli investimenti, i governi possono offrire alle imprese incentivi chiari, prevedibili, a lungo termine e solidi. Nessun settore o tecnologia può affrontare tutta la sfida della mitigazione.

Secondo l’Unfccc «L´approccio migliore potrebbe essere quello di adottare un portafoglio diversificato di politiche e di affrontare tutti i principali settori e tecnologie: alcune delle opzioni più economiche per la riduzione delle emissioni comportano risparmi di energia elettrica negli edifici e il risparmio di carburante dei veicoli; Le politiche volte a promuovere il passaggio alle fonti energetiche a bassa intensità di carbonio sono particolarmente efficaci; I governi possono promuovere una vasta gamma di produzione energetica ed effettive opzioni di utilizzo, inclusa la promozione di carburanti fossili puliti e delle tecnologie del carbone pulito, del gas naturale, sostenendo la diffusione di tecnologie mature delle energie rinnovabili, utilizzando biomasse, geotermia, solare, eolico e idroelettrico per produrre energia elettrica, riscaldamento e/o raffreddamento, nonché la sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso l’utilizzo efficiente dell’energia».

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