[14/04/2009] Energia

Analisi del Piano energetico ambientale della Provincia di Firenze (1)

FIRENZE. Approvato l’8 aprile scorso, il Piano energetico ambientale provinciale (Peap) è lo strumento di indirizzo energetico che il Pier toscano 2007-2010 ha assegnato alle province della regione, in ottemperanza al Dlgs 112/98 che all’articolo 31 prevede l’attribuzione alle province dei compiti relativi alla «redazione e adozione dei programmi di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico».

Lo studio, elaborato dall’Agenzia fiorentina per l’energia in collaborazione con gli atenei di Firenze e Siena, è stato redatto in concomitanza con la stesura del Pier, e questo ha reso più agevole l’interiorizzazione dei contenuti del Piano regionale in quello provinciale: l’approvazione del Pier, avvenuta infatti nel marzo 2008, è stata seguita da quella della bozza del Peap nel successivo mese di luglio, a cui hanno poi fatto seguito le osservazioni presentate da cittadini e associazioni nell’ambito del processo di Valutazione ambientale strategica (Vas), fino all’approvazione della versione finale che, come detto, è avvenuta la scorsa settimana. Il coordinamento del Peap col Pier sarà discusso anche tramite l’apertura di un tavolo di confronto Regione-Provincia i cui risultati saranno «formalizzati nel quadro della prossima revisione della lr 39/2005 resa necessaria dall’entrata in vigore della finanziaria 2008».

Obiettivo del Piano provinciale, si legge nella relazione generale finale, è quello di contribuire al necessario «cambiamento profondo del sistema energetico italiano» attraverso il perseguimento di un «triplo vantaggio in termini di qualità ambientale per gli aspetti di salvaguardia del clima» e per i «rischi derivanti dal carattere limitato dei giacimenti mondiali di combustibile (idrocarburi, uranio)», di qualità del sistema di produzione e consumo energetico e di qualità della spesa per la riduzione dell’importazione di combustibile fossile».

Questi tre aspetti qualitativi saranno perseguiti attraverso «due gambe, rappresentate dall’uso razionale ed efficiente dell’energia e dallo sviluppo delle energie rinnovabili». Particolare attenzione sarà conferita agli aspetti relativi alla «correlazione della qualità dell’uso finale dell’energia a un’offerta altrettanto diversificata e appropriata», col fine di migliorare l’efficienza della pianificazione e del sistema distributivo attraverso la geo-referenziazione delle diverse tipologie di domanda energetica (es. elettrica, termica, ecc.) presenti sul territorio.

L’obiettivo finale è la creazione di «catasti energetici» costruiti su diverse scale territoriali: ciò è reso più arduo dalla scarsità di dati, ma «ciò non impedisce che questi principi siano applicati su base empirica in tutti i comuni che siano capaci di dotarsi di strumenti di conoscenza energetica del territorio non molto diversi da quelli urbanistici tradizionali», e la provincia potrà «svolgere a riguardo un’azione di sollecitazione e di stimolo e in alcuni casi (comuni piccoli, con poche risorse) anche di surroga».

La provincia di Firenze, che occupa il 15% della superficie regionale e in cui vivono il 26% circa degli abitanti della regione, produce il 35% circa del Pil toscano, e consuma mediamente il 21% dei circa 21.000 milioni di kwh impiegati in regione. La potenzialità per impianti alimentati a rinnovabili è stimata in un valore che «oscilla tra 530 e 815 Mwe, essenzialmente dovuti a eolico, idroelettrico e fotovoltaico (..). Grazie al contributo dell’eolico in modo particolare, entrambi i valori sono superiori a quanto sarebbe richiesto al territorio provinciale per rispondere agli obiettivi stimati dal Pier toscano per il 2020».

Vedremo quindi con più attenzione, nei prossimi giorni, i principali tra i dati che descrivono lo stato di salute del comparto produttivo provinciale, del sistema infrastrutturale, e quali prospettive concrete siano attuabili per ogni singola componente del comparto delle energie rinnovabili.

(1 – continua)

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