[06/05/2009] Energia

La Banca mondiale in aiuto della privatizzazione ceca dell’elettricità albanese

LIVORNO. La Banca mondiale ha approvato un garanzia di rischio per 78 milioni di dollari destinati alla privatizzazione della Operatori i Sistemit te Shperndarjes (Ossh), la compagnia nazionale di distribuzione di elettricità dell’Albania che rifornisce circa un milione di clienti. La garanzia della Banca mondiale dovrebbe facilitare la privatizzazione in corso permettendo allo Stato albanese ed alla compagnia elettrica della Repubblica Ceca, Čez, di diventare azionisti. Il periodo di garanzia, che durerà fino al 31 dicembre 2014, coprirà il quadro regolamentare che è compreso nell’accordo di privatizzazione ratificato ad aprile dal Parlamento albanese.

In Albania il settore dell’elettricità ha diversi problemi e la sua cattiva gestione porta a soventi interruzioni di corrente per famiglie, imprese ed amministrazione pubblica.

La privatizzazione dell’elettricità in Albania è stata avviata nel 2008 quando l’azienda ceca si è aggiudicata il bando preliminare per prenderne il controllo come unico distributore, battendo con un’offerta di 102 milioni di euro per il 76% delle azioni Ossh la nostra Enel, la cui offerta secondo gli albanesi della Ossh non avrebbe rispettato «l´obbligo di condizioni minime per le prestazioni tecniche».

In tutto, nei prossimi 5 anni la Čez investirà in Albania più di 420 milioni di euro, dovendosi accollare anche i 122 milioni di euro di debiti dell’impresa albanese.

Secondo la Banca mondiale «L´accordo di privatizzazione ed il quadro regolamentare introducono un approccio globale equilibrato che prevede la messa in opera di misure significative da parte di Ossh miranti a migliorare la performance di distribuzione, con la possibilità di avere dividendi se performance raggiunge l’obiettivo».

Si tratta di una privatizzazione molto sui generis, visto che la Čez è controllata dallo Stato Ceco, il che non gli ha impedito di espandersi oltreconfine, acquisendo imprese energetiche in Bulgaria, Romania e Polonia e una partecipazione del 7% nell’ungherese Mol con la quale ha anche realizzato una joint venture per costruire centrali elettriche a gas.

«Siamo persuasi - dice Demetrios Papathanasiou, responsabile del gruppo della Banca mondiale che ha curato l’iniziativa - che questo progetto di garanzia aiuterà Ossh ad investire nella rete elettrica, a ridurre gli sprechi e le arretratezze, a migliorare in maniera generale la fornitura di elettricità per l’insieme dell’Albania a medio termine e a ridurre i carichi fiscali che pesano sull’economia albanese».

E’ evidente che ora tutti i sogni italiani di fare dell’Albania nuovamente una nostra colonia, ma stavolta energetico-nucleare, dovranno fare i conti con questa situazione e con il nuovo monopolista, privato e con una gran voglia di occupare i mercati degli ex Paesi del socialismo reale, tutti in crisi energetica.

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