[25/05/2009] Energia

Greenpeace rilancia solare a concentrazione e Scajola ammette: Italia in ritardo

LIVORNO. In occasione del G8 Energia Greenpeace lancia il rapporto economico e scientifico “Global Csp outlook 2009” che analizza la nuova frontiera dell’energia rinnovabile: il solare a concentrazione - noto anche come solare termodinamico - produce calore ed elettricità usando centinaia di specchi per concentrare i raggi del sole a temperature comprese tipicamente tra 400°C e 1000°C.

Uno degli aspetti più significativi di questa tecnologia riguarda gli stoccaggi: le centrali a concentrazione possono infatti fornire energia sicura su scala industriale per tutto il giorno ricorrendo a tecnologie di stoccaggio del calore. L’intensa attività di ricerca e sviluppo degli ultimi 15 anni ha permesso il decollo della tecnologia che negli ultimi anni si è sviluppata rapidamente.

I maggiori progetti in via di realizzazione sono in California e Spagna, che prevede di raggiungere 10 GW di potenza entro il 2017. Secondo le stime citate nel rapporto e redatto insieme a Estella (European solar thermal electricity association) e Solar paces - il solare a concentrazione potrà soddisfare, nello scenario più favorevole, il sette per cento dei consumi mondiali di elettricità al 2030 e un quarto al 2050.

Secondo lo scenario di sviluppo moderato, il solare a concentrazione potrà creare oltre 200 mila posti di lavoro entro il 2020 nelle regioni esposte a maggiore radiazione solare. Il dato aumenta a oltre 1,1 milioni al 2050. Entro la stessa data questa tecnologia permetterà di risparmiare circa 2,1 miliardi di tonnellate di CO2 annue, pari a circa quattro volte le emissioni attuali dell’Italia.
Gli investimenti previsti per conseguire tale sviluppo ammontano a oltre 36 miliardi di euro al 2020 e 92,5 miliardi al 2050 nello scenario moderato. Secondo lo scenario di sviluppo avanzato, invece, le risorse che questa tecnologia sarà in grado di mobilitare ammontano a 40 miliardi di euro al 2020 e 174,5 al 2050.

Attualmente i costi di centrali Csp che utilizzano la tecnologia dei collettori parabolici lineari – la più diffusa, e la stessa utilizzata da Rubbia per il progetto “Archimede” di Priolo Gargallo – si aggirano attorno a 10-12 centesimi di dollaro per kWh prodotto negli Stati Uniti, mentre in Spagna si attestano a 20-23 centesimi di euro per kWh. I costi di generazione delle prime centrali costruite negli Stati Uniti nel periodo 1986-1992 erano tre volte tanto, pari a 40-44 cent $/kWh.

Il costo dell’energia elettrica prodotta da centrali solari a concentrazione è in diminuzione. Mentre i costi di generazione della fonti rinnovabili continueranno a essere sempre più competitivi, il prezzo delle fonti fossili, invece, continuerà ad aumentare, sia a causa dell’esaurimento delle risorse che del costo crescente delle emissioni di CO2.

Il rapporto di Greenpeace è stato consegnato anche al ministro per lo Sviluppoeconomico Claudio Scajola, che si è dichiarato interessato ad approfondire le potenzialità di questa nuova fonte rinnovabile e ha riconosciuto che sul solare a concentrazione l’Italia è in forte ritardo.

Proprio al G8 Energia, però, colossi come Enel ed Eni hanno dichiarato che non stanno sviluppando nessun progetto di solare a concentrazione in Italia. Greenpeace si augura che il ministro alle dichiarazioni faccia seguire i fatti, spronando Eni ed Enel in questa direzione perché continuare a puntare su carbone e nucleare è una strategia killer del clima.

«Siamo soddisfatti per le misure di efficienza energetica decise ieri all’interno del G8 Energia, ma sul nucleare le opinioni di Greenpeace e del Ministro restano molto distanti – spiega Francesco Tedesco, responsabile della campagna Energia e clima di Greenpeace - Per Scajola il nucleare non è pericoloso. Secondo Greenpeace il nucleare rimane una fonte non solo pericolosa ma anti-economica, che negli anni non ha risolto nessuno dei suoi problemi, come quello delle scorie».

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