[22/06/2009] Trasporti

Italia, aumentano gli autobus e anche gli utenti

LIVORNO. Nel difficile ed estremamente lento percorso verso una mobilità sostenibile nel nostro paese, a voler essere ottimisti qualche dato in positivo lo si trova. Nel rapporto annuale dell’Osservatorio messo in piedi da Airp (Associazione italiana ricostruttori pneumatici) sulla mobilità sostenibile si legge ad esempio che negli ultimi cinque anni il parco di autobus circolanti in Italia è cresciuto del 4,1%, passando dai 92.578 mezzi del 2004 ai 96.342 del 2008, con aumenti significativi particolarmente in Basilicata percentuali di crescita (+11%), seguita da Trentino Alto Adige (+9,8%), Calabria (+9,7%), Sardegna (+9%) e Puglia (+6,6%).

E per ottenere economie di servizio mantenendo alti standard di sicurezza e di rispetto ambientale molte aziende di trasporto locale hanno scelto di utilizzare sui loro autobus pneumatici ricostruiti. Un dato sicuramente positivo per Airp e in linea con l’obbligo (spesso purtroppo disatteso) per le pubbliche amministrazioni e per i gestori di pubblici servizi di riservare ai ricostruiti almeno il 20% degli acquisti di pneumatici di ricambio.

L’altro segnale positivo è dato dal fatto che assieme alla crescita del parco circolante di mezzi di trasporto collettivi , anche l’utilizzo degli autobus è aumentato da parte dei cittadini. Infatti, secondo le rilevazioni dell’Isfort, utilizzate dall’Osservatorio Airp, gli spostamenti con i mezzi pubblici tra il 2006 ed il 2008, hanno avuto percentuali di crescita annue superiori al 10%, anche se rimane ancora alto il tempo medio impiegato per gli spostamenti (+20,5%) arrivato a superare l’ora media giornaliera. Segno che le strade sono ingolfate e che il mezzo di trasporto su gomma per le persone e per le merci è ancora il mezzo privilegiato nonostante si dimostri quello meno efficace.
Fine delle notizie positive.

Le politiche per una mobilità sostenibile nel nostro paese, del resto arrancano, ed è questo il settore dove si fanno minori investimenti in termini economici: le autostrade vengono sempre prima delle ferrovie e hanno la fetta più grande, i trasporti via mare sono diventati come la favola di Cenerentola. Dal 2002 si parla di un ecobonus (un rimborso fino al 30%) da concedere a chi nel settore del trasporto merci privilegiasse le autostrade del mare anziché quelle di asfalto, ma è solo a gennaio di quest’anno che sono stati sbloccati i primi 8 milioni (cui se ne sono aggiunti 50 ad aprile) per coprire i rimborsi.

Nonostante questo dal 2002 ad oggi la percentuale dei trasporti via mare è incrementata dall’1,5 al 3,5%: poca cosa che dimostra che se si fosse investito davvero in questo settore, la riposta sarebbe stata interezzante. E se attualmente sono solo 1,5 milioni i tir che viaggiano sulle navi, tra l’altro riempiendo solo al 50% le stive, l’obiettivo potrebbe essere molto più ambizioso, a partire dal completare la capacità delle stive anziché far viaggiare le navi vuote a metà.

Il traffico merci via mare è attualmente ad un misero 5%, contro il 66% che viaggia su gomma, con l’obiettivo da parte del ministero dei Trasporti di portarlo all’8% entro il 2011. Ancora troppo poco se si considera che il volume del traffico merci che verrà movimentato sul territorio italiano al 2010 è stimato essere in aumento del 40%, una cifra da shock che si ripercuoterà negativamente anche sul traffico privato, portando i nostri sistemi stradali, autostradali al collasso compresi passanti, bretelle e raccordi. Ma la soluzione, è da scommetterci, sarà sempre quella di raddoppiare le strade e non certo quella di spostare merci e persone verso altri sistemi di trasporto. Con buona pace della mobilità sostenibile.

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