[22/06/2009] Rifiuti

In fiamme azienda di riciclaggio rifiuti. Nube su Livorno

LIVORNO. L’incendio alla Lonzi metalli, dopo quasi un giorno e mezzo, non è ancora finito. Le fiamme ai rifiuti stoccati nel piazzale esterno (alcune tonnellate) sono state innescate probabilmente da un fulmine intorno alle 2 di sabato notte. Dall’azienda specializzata nel recupero dei rifiuti di via del Limone si è alzata una nuvola di fumo che, complice il vento di terra, ha invaso tutta la città, ed i vigili del fuoco sono ancora al lavoro anche se almeno l’odore acre è praticamente scomparso almeno nel centro di Livorno.

Sull’eventualità di aver respirato sostante nocive una risposta la darà l’Arpat che è già al lavoro da questa mattina, come ci spiega Fabrizio Righini responsabile del dipartimento di Livorno: «Faremo un’indagine approfondita – comincia – oggi abbiamo intanto installato alcuni campionatori per l’aria perché c’è ancora fumo e abbiamo fatto alcuni prelievi lungo la linea di deposizione, rintracciata studiando la direzione del vento. Lo scopo è quello di capire le concentrazioni eventuali di Ipa e diossina sprigionate dell’incendio».

E’ quindi certa la loro presenza? «L’Ipa, ovvero gli idrocarburi policiclici aromatici certamente sì, la diossina dipende da cosa è andato a fuoco. Se è bruciato pvc sì, in sostanza deve esserci il cloro che se brucia forma la diossina. Analizziamo inoltre l’acqua dello spegnimento per vedere cosa contiene e per avere maggiori dati abbiamo anche raccolto quelli delle centraline poste in città, che però non hanno evidenziato alcun dato anomalo».

Ora cosa succede? «Invieremo tutti i dati raccolti al dipartimento di Massa che ha le strumentazioni più sofisticate e poi attenderemo le risposte che credo arriveranno entro qualche settimana».

Ma l’incendio, oltre alla preoccupazioni, ha riacceso anche le polemiche dei residenti e anche di alcune forze politiche che non tollerano più la presenza di questa azienda in una zona quanto meno vicina alle aree residenziali.

«Noi siamo disponibilissimi a trasferirci – ha spiegato Emiliano Lonzi – L’importante è che ci siano tutti i presupposti per fare le cose giuste, nel rispetto dei cittadini, dei lavoratori e dell’ambiente». I presupposti l’amministrazione comunale li conosce bene: «E’ necessario realizzare un progetto insieme al comune – conclude Lonzi - con un programma che definisca punto per punto ogni situazione. Per il resto abbiamo immediatamente avvertito le autorità, ci siamo immediatamente messi a disposizione e rimaniamo ovviamente a disposizione per qualsiasi soluzione strategica si voglia intraprendere, vogliamo evidenziare che la nostra non è una attività a rischio bensì ha una funzione del tutto interna alla salvaguardia ambientale: senza attività come la nostra parlare di riciclo non avrebbe nessun nesso con la realtà».

Prime prese di posizione anche da parte della politica: «La situazione di via dei Condotti Vecchi era conosciuta da tempo - afferma Marco Cannito, il leader dell´alleanza civica Livorno Libera - E´ inammissibile che alla popolazione non sia stata preventivamente consigliata la chiusura delle finestre. Siamo preoccupati dall´assenza del Comune e dell´Asl. Lanciamo un interpellanza straordinaria e urgente a mezzo stampa a Comune, Provincia, Regione, Magistratura, Asl e Arpat affinché verifichino la presenza di diossina e sostanze radioattiva, estremamente pericolose per la salute e l´ambiente, spieghino alla popolazione cosa è successo e prendano provvedimenti affinché non accada più».

Nell’analisi dell’accaduto in effetti, non va dimenticata una questione: i rifiuti una volta prodotti non spariscono, neppure se si è dei bravissimi prestidigitatori e neppure dopo averli raccolti in modo differenziato e bravamente con il porta a porta spinto. Trattarli, come si dice, è uno sporco lavoro ma qualcuno deve farlo e (per fortuna) lo fa. Quindi delocalizzare l’azienda perché si ritiene debba avere una collocazione migliore è un argomento e una soluzione possibile e auspicabile come ribadisce anche l’azienda…, ma pensare che chiuderla sia una soluzione sarebbe un errore proprio in virtù del fatto che, come detto prima, i rifiuti non spariscono e questa attività è funzionale e vitale proprio per la raccolta differenziata.

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