[07/07/2009] Comunicati

Il successo Verde in Messico riporta il Partito rivoluzionario istituzionale in maggioranza

LIVORNO. Le elezioni di metà mandato per il rinnovo della Camera dei deputati del Messico hanno ridato la maggioranza al Partido revolucionario institucional (Pri) alleato del Partido Verde Ecologista de México (Pvem).
Il Pri ha ottenuto 12,3 milioni di voto, il 36,8%, e guadagnerà almeno 233 seggi, mentre i Verdi ne avrebbero ottenuti almeno 17. La strana (e criticata) coalizione tra Pri e Pvem avrebbe così più del 50% della Camera messicana.

La scelta dei Verdi, a quanto pare premiata dall’elettorato, di allearsi con i dinosauri del Pri che hanno governato ininterrottamente il Messico dal 1929 al 2000, è stata contestata soprattutto dalla sinistra del Partido de la revolución democratica (Prd) che rimane saldamente in testa nella grande area urbana di Città del Messico e in diversi grandi centri e distretti. La vera sconfitta delle elezioni sembra la destra al potere del Partido Acción Nacional.

Il Pri, una specie di ossimoro fin dal nome, che era riuscito a trasformare la rivoluzione in un eterno regime immobile fatto di corruzione e nepotismo, ha riportato la più grande vittoria degli ultimi anni ed ha anche riconquistato sei poltrone di governatore negli stati di Campeche, Colima, Nuevo Leon, Querétaro e San Luis Potosi.

Il giovane presidente del Partido Verde Ecologista de México, Jorge Emilio Gonzalez, ha ringraziato i 2 milioni di messicani che hanno votato Verde e gli 80 mila militanti del Pvem che hanno presidiato i seggi elettorali per evitare brogli.

«Oggi per tutti i Verdi è un giorno importante – ha detto Gonzalez in una conferenza stampa – è il giorno che abbiamo dimostrato che possiamo crescere, che non solo i tre partiti tradizionali del Messico sono i partiti che possono ottenere una quantità importante di voti, ogni giorno ci avviciniamo di più al Prd ogni giorno lo marchiamo più stretto, un giorno saremo la terza forza del Messico. E’ anche un giorno molto importante, storico, per i partiti verdi del mondo, e il voto più alto ottenuto un partito verde nel mondo. Ma prima abbiamo un impegno e deputati federali lo rispetteranno con tutti coloro che hanno votato per noi, un impegno da rispettare ed a lavorare per realizzare le tre principali proposte legislative della campagna per il lavoro, per leggi che difendano l’ambiente, e per lavorare per le riforme che modernizzino il nostro Paese e che ci mettano in grado di competere con il mondo».

La sinistra del Prd ha patito la concorrenza verde e il segretario del partito, Jesús Ortega Martínez (Jom) sottolinea che «Questa è stata un’elezione influenzata da molti fattori che la rendono particolarmente eccezionale. Tra questi, il più rilevante è la presenza di una crisi economica senza precedenti che il governo ha occultato e minimizzato e che è stata determinante per il disincanto mostrato dagli elettori. Altro elemento preoccupante è stata la scarsa partecipazione della cittadinanza. A parte le campagne che chiedevano di annullare il voto, il fatto della bassa affluenza alle urne è un avvertimento che il Prd comprende e che gli serve».

Il Prd accusa la destra al governo di aver utilizzato l’apparato statale per fare propaganda di partito, ma questo non ha salvato il Pan dalla peggiore sconfitta a livello federale dal 2000 e dalla perdita di numerosi Stati ed istituzioni locali.

Anche il Pri viene accusato di clientelismo ed utilizzo delle istituzioni a fini elettorali nelle “entidades federativas” che governa e di aver utilizzato come il Pan «i programmi ufficiali per combattere la povertà, incluso il denaro, in effetti per far pressione, comprare e condizionare gli elettori».

Il Prd denuncia in particolare il comportamento dei governatori degli Stati di México, Veracruz, Nayarit e Guanajuato, «che durante le settimane precedenti ed anche durante la giornata delle elezioni, hanno cinicamente utilizzato tutta l’infrastruttura di governo per comprare candidati di altri partiti, funzionari elettorali e, allo stesso tempo, per far pressione sugli elettori».

Secondo il Prd la compravendita dei voti è stata enorme e probabilmente si sono anche utilizzati finanziamenti illeciti.

Martínez sollecita però il Prd all’autocritica ma, riferendosi anche ai Verdi ed agli zapatisti dice «Abbiamo partecipato alla campagna elettorale resistendo ed affrontando il fuoco degli avversari e il fuoco amico; perché l’ultradestra ha scagliato il suo attacco contro il nostro progetto, ma anche il fondamentalismo di sinistra non è stato da meno in questo sforzo».

Comunque il Prd sembra in ripresa: dopo aver toccato il fondo del 9% nel novembre 2008, questa volta sarebbe arrivato al 15% a livello nazionale, smentendo l’ulteriore crollo previsto un po’ da tutti, e con buoni risultati a livello locale e soprattutto nel distretto federale, con un clamoroso successo nella capitale dove ha vinto in 24 distretti si 27, il Prd sembra in testa anche in diversi distretti della Baja California Sur, nel Michoacán, nel Chiapas e nello Zacatecas, mantenendo il controllo anche di importanti distretti degli Stati di México, Guerrero, Nayarit, Oaxaca, Morelos, Hidalgo, Tabasco.

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