[15/06/2006] Urbanistica

Verso una strategia europea contro le alluvioni

BRUXELLES (Belgio). L’europarlamento chiede agli stati Ue di valutare e gestire in maniera coordinata il rischio di alluvioni, «tenuto conto del fatto che circa l’80% dei fiumi scorre attraverso le frontiere e che le coste sono condivise». I deputati chiedono attenzione più ai rischi che alle alluvioni e realizzate apposite mappe. La risoluzione adottata riconosce che le alluvioni sono fenomeni naturali «impossibili da prevenire del tutto», ma sottolinea che massiccia riduzione della capacità di ritenzione naturale dei bacini idrografici, cattiva gestione delle attività umane, siccità e riscaldamento globale «contribuiscono ad aumentarne la probabilità e ad aggravarne gli effetti negativi». La crescita degli insediamenti umani e delle attività economiche nelle pianure alluvionali, l’erosione e la riduzione del naturale assorbimento d´acqua da parte del terreno a causa della deforestazione e delle attività agricole nei bacini fluviali sono esempi di cattiva gestione più preoccupanti. Per questo le disposizioni per una gestione sostenibile del rischio di alluvione debbano essere integrate con «la politica dei trasporti, la pianificazione dello spazio, lo sviluppo urbano e le politiche industriale, agricola, energetica e di coesione, così come nelle attività di ricerca» Inoltre, le tradizionali strategie di gestione del rischio di alluvione, con la costruzione di infrastrutture per la protezione immediata delle persone, degli immobili e dei beni, «non sono
state in grado di garantire la sicurezza che ci si aspettava da esse».

La direttiva impegna gli stati a svolgere una valutazione preliminare del rischio di alluvione che dovrà comprendere una mappa del distretto idrografico, con bacini idrografici, sottobacini ed aree costiere, dalla quale risulti «la topografia e l’utilizzo del territorio nonché una descrizione delle alluvioni già avvenute in passato e che hanno avuto significative conseguenze negative sulla salute umana, le attività economiche e l’ambiente. «Sarà necessario – aggiungono i deputati – anche descrivere i piani di sviluppo che potrebbero comportare modifiche nell’utilizzo del territorio o nella distribuzione della popolazione e delle attività economiche e, su richiesta dei deputati, le misure di gestione del rischio nonché una valutazione dell´efficacia delle infrastrutture esistenti».

Entro il 22 dicembre 2013, dovranno essere predisposte mappe del rischio di alluvione che rappresentino le aree «ad elevata probabilità di alluvioni con periodo di ricorrenza probabile di dieci-trenta anni; alluvioni con periodo di ricorrenza probabile di cento anni; scarsa probabilità di alluvioni (fenomeni estremi). Dovranno anche indicare i danni potenziali associati alle alluvioni nell´ambito degli scenari descritti in termini di numero di abitanti potenzialmente interessati, di potenziali danni economici per l’area e di potenziali danni per l’ambiente».

A questo si aggiungono anche le infrastrutture che potrebbero causare un inquinamento accidentale dell’ambiente a seguito di un’inondazione. Facendo proprio un emendamento dei Verdi, il Parlamento precisa che gli Stati membri dovranno utilizzare queste mappe anche «per eliminare gradualmente le sovvenzioni dirette o indirette che determinano l’aumento dei rischi di alluvione». Le mappe saranno poi riesaminate ed aggiornate entro il 2019 e, successivamente, ogni sei anni.

Torna all'archivio