[20/06/2006] Energia

Per le bioenergie servono aiuti fiscali agli agricoltori

ROMA. Al convegno su “lo sviluppo delle bioenergie. Il ruolo dell’agricoltura e delle imprese agricole” promosso da Cia, Confagricoltura e Mps Banca per l’impresa Spa, che si sta svolgendo a Roma con la partecipazione del ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio è intervenuto anche il vicepresidente della Cia Enzo Pierangioli.

«A poco meno di dieci giorni dall’entrata in vigore della legge – ha detto - che prevede, da parte dei petrolieri, l’immissione in consumo di biocarburante di origine agricola in misura pari all’1 per cento del totale, siamo in una preoccupante situazione di stallo. C’è così il rischio, se non si opera in maniera concreta e rapida di non poter rispettare l’obiettivo Ue di sostituire, entro il 2010, il 5,75 per cento dei consumi di benzina e gasolio da autotrazione con biodiesel ottenuto da coltivazioni agricole. Il problema delle agrinenergie - ha aggiunto Pierangioli - deve essere affrontato con la dovuta incisività. D’altra parte, il pesantissimo onere della ‘bolletta petrolifera’, che nel 2006 rischia di arrivare a 28 miliardi di euro, impone scelte nuove e l’agricoltura può dare opportune e valide risposte.
Le bioenergie possono essere una vera opportunità. Ovviamente, non saranno la soluzione definitiva, ma potranno contribuire a ridurre l’onere gravoso dell’import petrolifero».

Per gli agricoltori, i vari biodiesel, bioetanolo, olio vegetale, biogas e legno sono opportunità che vanno sfruttate adeguatamente. «Sarebbe importante - ha rilevato il vicepresidente della Cia - che in questo cruciale momento sotto il profilo energetico si stringesse al massimo i tempi. Occorre riunire al più presto il Tavolo di filiera agroenergetica per trovare le scelte da operare nel campo delle bioenergie.
Il governo, da parte sua, deve procedere con politiche incisive, come d’altronde evidenziato nel programma elettorale della maggioranza. In questo contesto - ha concluso Pierangioli - sarebbe quanto mai opportuno anche il riconoscimento giuridico di queste imprese agrieneretiche, cioè quelle imprese agricole che, attraverso i propri fattori di produzione, si organizzano per vendere a terzi l’energia rinnovabile prodotta a partire dalle materie prime coltivate in azienda».

Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, si è rivolto a Pecoraro Scanio per lanciare un’idea: «utilizzare la leva fiscale potrebbe essere una soluzione per sostenere il reddito dei nostri agricoltori magari aumentando la quota defiscalizzata dei biocarburanti. Questo metterebbe ai ripari gli agricoltori italiani da una spietata concorrenza mantenendo al tempo stesso libertà nelle importazioni. Rendere insomma più conveniente, per chi produce biomasse, farlo in Italia. Sviluppare infatti una politica basata su bio-energie di provenienza agricola – ha concluso Ferrante - senza stabilire misure che tutelino i nostri agricoltori nella produzione di biomasse, sarebbe controproducente».

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