[14/07/2006] Urbanistica

Cia: la delega ambientale va cambiata con flessibilità e pragmatismo

FIRENZE. «La revisione del codice ambientale deve rispondere agli impegni assunti in ambito comunitario ed internazionale per chiudere il percorso delle infrazioni Ue, ma anche alle reali esigenze del Paese e dei vari settori interessati» è quanto chiede al governo la Confederazione italiana agricoltori (Cia).

Un impianto, quello della delega ambientale, che secondo la Cia «va, quindi, migliorato con una particolare attenzione ai problemi di semplificazione e sburocratizzazione per le imprese agricole e sul quale si deve aprire un ampio confronto per procedere ad una sua totale riscrittura».

La Confederazione fa notare che proprio «la mancata concertazione sulla stesura finale del decreto è stata una delle motivazioni di fondo che hanno portato il ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio a presentare alle Camere la proposta di modifica del decreto stesso. Per analoghi motivi, d’altra parte, la Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione verso il nostro Paese».

Scartata dal Consiglio dei ministri l’ipotesi di immediata sospensione del decreto per i problemi che si sarebbero verificati con il ritorno alla vecchia normativa, per la Cia «ad oggi, pertanto, il cosiddetto codice ambientale rimane in vigore esclusa la parte II e la proroga per le Autorità di bacino. Ma ci si attende –conclude la nota della Cia - che il lavoro immediato che coinvolge la Conferenza unificata (convocata la prossima settimana), le Camere per l’adozione del nuovo schema di decreto con gli impegni procedurali e la Presidenza del Consiglio per la correzione dell’intero decreto 152, porti ad una maggiore flessibilità e ad un miglioramento della situazione nelle diverse regioni, in particolare per gli adempimenti che riguardano l’agricoltura».

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