[24/10/2006] Rifiuti

Dubbi e perché del virtuosismo ambientale di Pisa

PISA. Ecosistema urbano, la classifica che da 13 anni Legambiente e Ambiente Italia stilano sulla base di 25 indicatori analizzati nei 103 capoluoghi di provincia della penisola, è un utilissimo strumento di valutazione e di analisi da cui partire per migliorarsi. Ma è ben lontano da rappresentare una verità assoluta (ammesso che ne esista qualcuna!) e indiscutibile. Lo sanno perfettamente gli stessi promotori (ieri il ricercatore Duccio Bianchi ricordava a greenreport.it che è interessante soprattutto guardare al trend di ogni città nel corso degli anni, molto meno soffermarsi sulle classifiche fatte di numeri e di somme).

Del resto Ecosistema urbano si basa sulle autocertificazioni inviate dai comuni e alla fine ne è scaturita una promozione per tutte le città toscane (a parte Pistoia) e addirittura Pisa (sesta) e Livorno (nona) sono entrate nella top ten.

Eppure proprio da Pisa arrivano diverse perplessità: il responsabile Urbanistica della rivista di cultura del territorio Locus, Riccardo Ciuti, ci scrive per esempio chiedendoci quali sono gli indicatori usati e, sopratutto, quali solo le variazioni positive registrate e, infine, quali sono le fonti di tali dati: «Ho diretto la direzione mobilità del comune di Pisa negli ultimi cinque anni – spiega Ciuti - ho assistito agli infortuni della raccolta Rsu che hanno visto l´azienda Geofor al centro di un vero e proprio scandalo per aver truccato i dato: ho potuto verificare dall´interno dell´amministrazione il vero e proprio immobilismo che si registra in questa città in materia di politiche di sostenibilità (la politica della mobilità sostenibile è fortemente in ritardo, la raccolta differenziata è stata bocciata in una sorta di referendum improvvidamente attivato dalla Giunta, non esiste alcuna politica energetica, non vengono attuate le previsioni di verde del piano regolatore, ma si procede a continue varianti che incrementano le volumetrie edificabili, etc...), e scopro che nel frattempo Pisa è schizzata in alto nella classifica di Ecosistema urbano».

Qualche risposta a questi dubbi prova a fornirla il presidente del circolo di Legambiente di Pisa Roberto Sirtori: «Intanto per rispondere a Ciuti va sottolineato che in Ecosistema urbano i parametri urbanistici non sono contemplati. Per il resto sono innegabili alcuni errori. Per esempio Pisa risulta essere la città meno inquinata dalle polveri sottili: in realtà per un errore accidentale nella elaborazione dati, la concentrazione media annuale delle polveri sottili (Pm10) risulta essere 15,9 μg/mc, quando invece i dati forniti dalla Provincia di Pisa indicano una concentrazione di 31,8 μg/mc».

Ma al di là di questo errore accidentale, il circolo locale di Legambiente ha davvero verificato i dati forniti dal Comune?
«Sì, l’abbiamo fatto – spiega Sirtori - controlliamo che quanto autocertificato sia riportato correttamente, ma non possiamo in nessun modo contestarlo. Le faccio un esempio concreto: Pisa risulta in ottima posizione per l’ecomanagement che prende in considerazione la politica degli acquisti verdi. Ebbene l’ottima performance è scaturita dagli accordi che sono stati effettivamente redatti e siglati per gli acquisti in regime di green public procurement, ma in realtà non abbiamo potuto verificare che poi questi acquisti siano stati effettivamente fatti. Questa per esempio è una delle verifiche che ci ripromettiamo di fare a breve».

La questione rifiuti. A parte il fatto che ci muoviamo nella cosiddetta “zona grigia degli assimilati” per cui risulta particolarmente difficile una contabilizzazione dei rifiuti, i cittadini pisani risultano essere quelli che producono più rifiuti. Un dato facilmente spiegabile però col fatto che la classifica di Legambiente sull’ecosistema urbano prende in considerazione il rapporto fra le varie voci ambientali e il numero dei residenti. Ma quest’ultimo di fatto è un dato molto sottostimato in quanto non considera l’altissimo numero (oltre 30mila) di studenti universitari . Questo significa che la città è penalizzata quando si affronta il tema della produzione dei rifiuti, ma si avvantaggia invece quando per esempio vengono considerati il verde pubblico o le piste ciclabili: considerando gli studenti l’indice sarebbe inferiore.

«Purtroppo l’unica certezza è che in tutta Italia la quantità di rifiuri cresce e Pisa ne produce una grande quantità (861 Kg all’anno ogni abitante) – spiega ancora Sirtori - La percentuale di raccolta differenziata (35,2) soddisfa all’obiettivo di legge (35), ma ci sono molte ombre e su tutte quella della vicenda Geofor che ha fatto perdere la fiducia nella gestione dei rifiuti nella nostra provincia; aspettiamo non solo i risultati della vicenda giudiziaria, ma anche chi e come gestirà il sistema rifiuti nel prossimo futuro».

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