[31/10/2006] Trasporti

Non solo Tav, petizione europea contro la Via Baltica

ROMA. Le discussioni su Tav, Mose, ponte sullo stretto, sembrano appartenere solo al panorama politico e italiano e spesso gli ambientalisti europei vengono dipinti come più “saggi” rispetto a quelli nostrani, più disposti ad accettare le grandi infrastrutture, i corridoi intermodali, le nuove autostrade e il nucleare, magari dimenticandosi di grandi battaglie nei paesi nordici, incatenamenti ed azioni di Greenpeace e della presenza di partiti Verdi spesso molto più forti del nostro.

E’ il caso della petizione internazionale avviata di recente dalla Otop, partner polacco di BirdLife International, insieme a Wwf Polonia e Cee Bankwatch Network, per chiedere al governo di destra di Varsavia di sospendere la costruzione della Via Baltica, un corridoio stradale che dovrebbe congiungere velocemente Varsavia ad Helsinki, per il forte impatto ambientale che avrebbe sul parco nazionale delle paludi di Bierbza, Rospuda Valley e le foreste Augustow e di Knyszyn, che sono Zone di protezione speciale (Zps) e Siti di importanza comunitaria (Sic) protetti delle direttive comunitarie e Rete Natura 2000 sulla biodiversità.

Aree selvagge dove vivono ancora lupi, linci, aquile di mare e anatraie, ed altre specie a rischio di estinzione.

«E’ assolutamente necessario fermare i lavori e procedere con una Valutazione Ambientale Strategica – dice Claudio Celada, direttore conservazione natura della Lipu, l’associazione italiana che sostiene la battaglia degli ambientalisti polacchi – in modo da definire delle alternative meno dannose. I lavori della Via baltica causeranno frammentazione, perdita di habitat, rumore, inquinamento dell’aria e dell’acqua, che significherebbero la distruzione di queste aree selvagge e ricche di biodiversità, già oggi fragili e a rischio».

(la Rospuda Valley da cui dovrebbe passare la Via Baltica)

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