[04/12/2006] Consumo

Comprare abeti di Natale fa bene all´ambiente?

FIRENZE. «Saranno circa 7 milioni, per un valore stimato di quasi 130 milioni, gli abeti che nel Natale 2006 verranno addobbati nelle case delle famiglie italiane per raccogliere sotto le fronde i doni di Natale». A dirlo è la Coldiretti, che sottolinea una stabilità nel numero di abeti veri che saranno acquistati nelle settimane prenatalizie dagli italiani. Per Federconsumatori i rincari dei prezzi sono intorno al 3% meno che per quelli sintetici che arrivano fino a un più 15,5%.

I prezzi comunque variano, spiega la Coldiretti, «tra meno di dieci euro fino agli oltre 200 a seconda delle dimensioni, della varietà e del vaso in cui è riposto». Gli abeti di Natale sono in maggioranza italiani e vengono prodotti al 90% in vivai specializzati di oltre 1.000 aziende agricole, mentre il 10% proviene da cimali o punte di abete provenienti da “sfolli” e/o diradamenti di foreste naturali.

A produrre più alberi di Natale in Italia è la Toscana (seguita dal Veneto), e in particolare le province di Arezzo e Pistoia, con ben 800 ettari collinari e montani destinati a coltivazione di abeti «permettendo così – dicono alla Coldiretti – l’ utilizzo di terreni ex agricoli e di pascoli altrimenti destinati all´abbandono e al conseguente degrado idrogeologico».

Ma la coltivazione degli abeti natalizi serve anche all’ambiente?
«Grazie agli alberi di Natale – spiega la Coldiretti - è possibile mantenere la coltivazione in molte aree di montagna, si tiene il terreno lavorato, morbido, e capace di assorbire la pioggia in profondità prima di respingerla verso valle evitando i pericoli delle frane, mentre la pulizia dai rovi e dalle sterpaglie, diminuisce il pericolo d’incendi. Per garantirsi acquisti nazionali rispettosi dell´ambiente ed evitare rischi fitosanitari è opportuno verificare la presenza dell´etichetta con l´indicazione dell´azienda di provenienza che attesta l´iscrizione all´apposito registro».

Torna all'archivio