[20/12/2006] Rifiuti

Contributi Cip 6, l´opinione di Greenpeace

ROMA. Greenpeace appoggia a richiesta del senatore Tommaso Sodano di Rifondazione comunista e di Angelo Bonelli dei Verdi, di correggere entro la fine dell´anno l´"errore materiale" contenuto all´interno della Finanziaria, sull´emendamento che abolisce i Cip6 per i produttori di energie non rinnovabili. «Il governo deve rispettare l’impegno preso e correggere la norma sui Cip6 e cancellare la sanatoria sui reati contabili – ha detto il capogruppo dei Verdi alla Camera - Mentre su quest’ultimo vi sarebbe l’impegno di fare un decreto per cancellare la norma, sulla prima, il governo, per voce del sottosegretario Sartor, ha dichiarato che per correggerla c’è tempo. Siamo interdetti e chiediamo che la norma sui Cip6 sia corretta con decreto entro la fine dell’anno».

Il testo approvato col maxi-emendamento, dice Greenpeace «permetterebbe di incentivare non solo gli impianti già realizzati ma anche quelli in via di autorizzazione fino al 31 dicembre, circa un centinaio. È ora di dire definitivamente basta allo scandalo tutto italiano dei sussidi alle fonti rinnovabili dirottati invece verso rifiuti e derivati del petrolio tramite il "trucco" delle fonti assimilate. Con i cosiddetti Cip6 e i certificati verdi, nel 2005 gli incentivi sottratti allo sviluppo delle vere fonti rinnovabili sono stati ben 3,1 miliardi di euro, pagati dagli italiani attraverso la componente A3 della bolletta».

Di ritorno dal blitz contro la riconversione a carbone della centrale Porto Tolle, dove l´organizzazione ha occupato per tre giorni la centrale Enel, Francesco Tedesco, responsabile clima ed energia di Greenpeace, attacca la decisione del governo:«una cifra scandalosa se si pensa che termovalorizzatori e impianti CIP6 sono tra i maggiori emettitori di CO2, con emissioni specifiche perfino peggiori del carbone. Continuare a incentivare le fonti fossili allontana l´Italia dagli impegni di Kyoto e provoca costi che dovranno essere sostenuti dall´intera collettività».

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