[05/01/2007] Parchi

L´Africa pianta i semi contro la malaria

LIVORNO. La grande maggioranza di decessi dovuti alla malaria avviene nell’Africa sub sahariana, e questa malattia ostacola fortemente lo sviluppo economico e sociale. Si stima in più di 12 miliardi di dollari la perdita annuale di prodotto interno lordo dovuta alla malaria in africa. Ogni anno nel mondo si contano 300 milioni di casi acuti di malaria ed oltre un milione di decessi, il 90% dei quali in Africa e principalmente tra i bambini, visto che la malaria è la principale causa di morte tra quelli che hanno meno di 5 anni (20%) e rappresenta il 10% del totale delle cause di mortalità del continente ed il 40% delle spese della sanità pubblica, il 30-50% dei ricoveri ospedalieri non meno del 50% delle visite mediche nelle zone a forte trasmissione.

La maggior parte dei casi di malaria sono dovuti al Plasmodium falciparum, la forma più grave e potenzialmente mortale della malattia, visto che in Africa vivono le specie di zanzare più aggressive che trasmettono la malattia. Molti paesi africani sono privi di infrastrutture e di risorse necessarie per organizzare campagne antimalariche durevoli, mentre è necessario uno sforzo di lunga durata per eradicare la malaria come accaduto anche in Italia. E’ quindi un’ottima notizia che proprio dalla Tanzania, uno dei paesi più colpiti dalla malaria e tra i più poveri del mondo, potrebbe venire un soluzione per questo flagello sanitario e sociale. Il rimedio sono le medicine prodotte grazie ad una pianta, l’Artemisia annua, che contiene l’artemisina, una sostanza naturale indispensabile alla loro realizzazione.

«Ma questi medicinali - spiega l’Organizzazione mondiale della sanità - non coprono ancora il grande fabbisogno e le superfici coltivate rimangono insufficienti». Infatti, fino al 2004 Artemisia annua era coltivata unicamente in Cina e in Viet Nam, ma l´Oms, insieme ad Agency for international development Usa, BetterWorld together foundation et all’organizzazione non governativa Technoserve, ha lanciato un progetto per introdurla anche in Tanzania dato che gli altopiani del grande paese dell’Africa orientale sono un luogo ideale per coltivare l´Artemisia annua. Così nel villaggio Waarusha d´Engalaoni gli agricoltori hanno iniziato a coltivare la pianta antimalaria e sono riusciti a convincere altri a farlo.

Ma alla cosa è interessata anche la società olandese Enza Zaden che ha messo in produzione una grande area in Tanzania ad Artemisia annua usando lo stesso tipo si semina in linea usato per il mais. La gran parte delle coltivazioni avviene con mezzi tradizionali, i campi sono arati con aratri trainati da buoi ed il raccolto avviene ogni cinque o sei mesi, quando le piante raggiungono i 2 metri di altezza. Dopo aver fatto seccare le foglie si estrae la sostanza attiva. E l’Artemisia annua si sta rivelando una buona risorsa per i coltivatori locali, migliore dei pomodori e con meno rischi. Nel 2005 in Tanzania si sono prodotte 132 tonnellate di foglie, il necessario per trattare 1 milione e 100 mila persone affette da malaria. Una risposta africana ai drammatici problemi della salute in Africa.

Torna all'archivio