[17/01/2007] Energia

Piano energetico toscano: nuovi obiettivi condivisi, pioggia di critiche sul passato

FIRENZE. La relazione dell’assessore Artusa sul documento preliminare al Piano energetico ha scatenato il dibattito. Dai banchi del centro destra più o meno posizioni comuni sintetizzate nell’intervento del capogruppo di Forza Italia Maurizio Dinelli «in linea di principio, quanto affermato da Artusa è condivisibile, anche se non sarà condivisibile per buona parte della Sinistra. La Toscana, in tema di energia, ha collezionato una serie di fallimenti clamorosi. Il vecchio piano energetico regionale, predisposto nel 2000 e scaduto nel 2003 - continua Dinelli - non ha centrato molti importanti obiettivi, in particolare per quanto riguarda l’energia eolica si è andati sotto le previsioni del 99 per cento, in pratica si è raggiunto solo l’1 per cento di quanto si voleva. Lo stesso discorso vale per il fotovoltaico dove si è andati sotto del 78 per cento e per le biomasse dove il segno negativo si associa al 60 per cento».

Secondo Andrea Agresti consigliere di Alleanza nazionale «si devono operare scelte per garantire approvvigionamenti sicuri, a costi sostenibili, in modo da essere competitivi con le altre aree industrializzate del mondo» e di qui la necessità di un nuovo piano energetico nazionale.

Duro l’affondo del consigliere Paolo Marcheschi (Fi) «Ci sono gravi ritardi e nodi politici da sciogliere. Il coordinamento delle politiche per l’energia è nelle mani del presidente Martini. Il presidente, però, coordina politiche che in realtà non sono assegnate a nessun altro assessore e mentre la Giunta annaspa, il business si è mosso, escludendo la Regione Toscana dalle partite strategiche sui servizi pubblici. La superholding sui servizi non pare cercare efficienza ed economicità, ma business, visto che non ha neanche un piano industriale» Marcheschi ricorda poi come la Regione sia rimasta esclusa anche dal progetto Galsi del metanodotto algerino. «E’ una situazione di oggettiva debolezza, che traspare anche dagli esigui stanziamenti in bilancio e nel Prs» conclude l’esponente di Forza Italia.

Qualche critica arriva anche dall’opposizione di sinistra «Gli obbiettivi sono sostanzialmente condivisibili. Si tratta di obbiettivi alti, capaci di generare una condivisione entusiastica. Ma come mai quelli fissati dai piani precedenti non sono stati raggiunti?» dichiara Monica Sgherri di Rifondazione Comunista. A suo parere la mancata approvazione di un piano energetico nazionale non basta a spiegare i risultati negativi sul solare fotovoltaico o sull’eolico. Sgherri ha poi sottolineato come la disponibilità di energia a basso costo sia uno dei fattori più importanti della competitività di un sistema produttivo. L’esponente di Rifondazione si sofferma poi sul gas, risorsa comunque esauribile, rimarcando la mancanza di un’analisi «Se è vero che il gasdotto algerino ci garantirà l’autosufficienza, viene a cadere la necessità di un impianto offshore – ha osservato – Il problema della dipendenza dall’estero, inoltre, forse è un problema di stoccaggio e di riserve, non di approvvigionamento».

Maggiori apprezzamenti al Pier sono venuti dalla maggioranza «Un documento chiaro nell’analisi e negli obiettivi- ha dichiarato Erasmo D’Angelis, consigliere della Margherita e presidente della commissione Territorio e ambiente- mai come oggi parlare di energia significa discutere di un argomento prioritario di fronte a un clima impazzito e alle conseguenze devastanti dell’effetto serra. E’ ora di mettere in atto azioni concrete e immediate, e con questo intendo anche azioni unilaterali da parte della Toscana, se necessario». D’Angelis ha ricordato i ritardi del nostro Paese in questo settore, dove la mancanza di un Piano Energetico Nazionale che fornisca le linee guida di riferimento ha conseguenze anche sul mercato del lavoro: in Germania lavorano 500.000 addetti nel settore rinnovabili in Italia 3000.

«In Toscana - ha concluso D’Angelis - quello che serve, adesso, è vincere le inerzie istituzionali e le resistenze localistiche, che spesso sono prive di senso, e insieme creare gli strumenti, gli incentivi, le facilitazioni che possono fare la differenza”. Per Virgilio Simonti (DS) «Gli obiettivi indicati dal piano sono coerenti, condivisibili e un altro pregio è che non nasconde le criticità, anzi presenta un bilancio onesto degli ultimi anni».

Mario Lupi(Verdi) ha ripreso il discorso sulle ricadute ambientali di alcune scelte «Sono maturi i tempi per capire che stiamo andando incontro ad un cambiamento climatico. Ci sono una serie di piccoli segnali, come il riscaldamento della temperatura del mare e l’arrivo di nuovo specie animali che un tempo vivevano a certe latitudini, che ci dicono che il quadro sta cambiando». Per Lupi la considerazione di un settore fondamentale come quello dell’energia solare è marginale e rivela la mancanza di una capacità di gestione dell’energia.

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