[23/04/2007] Consumo

Verso una certificazione internazionale dei prodotti dell’acquacoltura

LIVORNO. L´organizzazione dell’Onu per l´alimentazione e l´agricoltura (Fao) ha intavolato consultazioni con diversi organismi di certificazione, gruppi di produttori, trasformatori e associazioni di consumatori per redigere delle direttive mondiali per l´elaborazione e l´applicazione di norme di certificazione in acquacoltura.

«Stabilire dei meccanismi di certificazione trasparente, equi e affidabili non è semplice - ha detto Lahsen Ababouch, esperto del dipartimento pesca e acquicoltura della Fao - Chi stabilisce le norme? I produttori possono avere per questo un fondamento scientifico valido? Le certificazioni sono alla portata dei piscicoltori poveri del Mondo in via di sviluppo? O é una copertura per mascherare gli sforzi di protezione delle industrie nazionali? In quale misura le norme di settore private dovranno essere il complemento delle politiche governativa di protezione dei consumatori, e come possono conciliarsi le due cose? Occorre trovare una risposta a tutte queste domande».

Mano a mano che si profilano i programmi di certificazione, i consumatori ed I produttori dovranno decidere a chi fare affidamento e meccanismi contraddittori potrebbero disorientare i consumatori e fargli perdere fiducia nelle norme, cosa che falserebbe tutte le misure prese.

Intanto nel mondo aumenta la richiesta di prodotti del mare e quantità sempre più grandi sono allevate in cattività dall’uomo, ormai si è raggiunto il 45% di tutti i pesci consumati attualmente rispetto al 55% prelevato allo stato selvatico.

Dettaglianti e consumatori sono sempre più attenti all’origine dei pesci che finiscono nelle loro bilance e nei loro piatti.

Per gli esperti la certificazione è la maniera per uscire dal labirinto, visto che indica se un alimento è stato prodotto in maniera sostenibile, salubre, socialmente ed ecologicamente responsabile. Una pratica sempre più utilizzata sia nella pesca di cattura che di allevamento. I dettaglianti e le associazioni di consumatori sono favorevoli alla certificazione, ma la questione non è priva di controversie.

La messa in campo di direttive necessita di «riunire una vasta platea di professionisti del settore, esaminare quel che già è stato fatto in termini di certificazione ed elaborare un quadro generale per aiutare ad armonizzare i meccanismi di certificazione dell´acquacoltura - ha sottolineato Rohana Subasinghe, del dipartimento della pesca e dell´acquacoltura della Fao – Questo permetterà di garantire che le norme di certificazione, dove sono applicate, siano credibili, affidabili ed eque e chiariranno ai produttori quali obiettivi dovranno realizzare».

Le direttive non saranno semplici norme di certificazione, ma piuttosto una carta di indirizzi per gli organismi di certificazione dei prodotti di allevamento? Come agiranno un governo, un’organizzazione non governativa o una società privata dopo la sottoscrizione di un protocollo comune?

A questo riguardo, si è tenuta recentemente a Bangkok un’assemblea che ha riunito 72 rappresentanti di organismi di certificazione, associazioni di piscicoltori, governanti e compratori di 20 Paesi delle grandi regioni produttrici di pesci, crostacei e molluschi di allevamento.

«Un vasto consenso è stato espresso sulla carta di indirizzi proposta – dice Lahsen Ababouch - I piani di certificazione devranno poggiare su quattro aspetti principali: la sicurezza e la qualità degli alimenti, gli impatti sociali della piscicoltura sulle comunità locali, le questioni ambientali e la compatibilità economica».

Una nuova assemblea si terrà quest’anno in Brasile, poi la Fao e il Réseau des centres d´aquaculture en Asie-Pacifique (Naca) lanceranno une serie di consultazioni con le differenti parti interessate, in vista della presentazione di un progetto di direttiva internazionale. Tutto questo verrà sottoposto all’esame dei governi nel corso della prossima riunione del sotto-comitato dell´acquacoltura della Fao che si terrà nel novembre 2008 in Cile.

La Fao ha già elaborato delle linee direttrici analoghe per l’eco-etichettaggio dei prodotti derivati da pesci frutto di catture marine e continentali.

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