[23/07/2007] Trasporti

Traffico merci, la Toscana abdica all´accoppiata porti-ferrovie?

LIVORNO. Il Piano d´Impresa di FS indica nel settore cargo una crescita del 25% dei volumi di trasporto fino al 2011 e sottolinea la particolare attenzione per le piattaforme portuali del sud (porte di ingresso) di Gioia Tauro e Taranto, di Genova-Spezia e Trieste.
La piattaforma logistica costiera della Toscana ha un grande potenziale e concrete opportunità garantite dalle sue infrastrutture, dai tre porti, l´aeroporto di Pisa, l´interporto di Guasticce (in rete con l´Interporto di Prato e il nord-est), stabilmente al servizio di una solida base produttiva (metallurgico, petrolchimico, chimico, della carta) e con enormi spazi retroportuali.

Nel 2008 gli impegni di RFI garantiscono la definizione del ´potenziamento impianti merci e portuali di Livorno´ e le premesse per allacciare il territorio Toscano ai corridoi ferroviari europei 1 e 5.
Rimane ancora un semplice auspicio la penetrazione del trasporto ferroviario come ´servizio navetta´ fra le attuali infrastrutture Toscane, Liguri e dell´Emilia Romagna per la mancata definizione dell´allacciamento diretto Porto – Interporto – linea Pisa/Vada e per un pericoloso atteggiamento di Trenitalia che non lascia spazi di movimento alle controllate come Italcontainer (che sta subendo come Cemat le conseguenze di un passaggio da Trenitalia a RFI nella gestione dei terminal intermodali) e Serfer.

La forte concorrenza fra i sistemi portuali italiani poteva sicuramente candidare anche la Toscana come ´porta d´ingresso´ sia per le sue infrastrutture già ricettive, sia per gli ulteriori spazi a disposizione dello sviluppo del retroporto, ma il contenuto del DPEF 2008 evidenzia investimenti solo marginali e generalizzati ai sistemi portuali fra loro collegati con la ferrovia, confermando gli investimenti già programmati con la Legge Obiettivo del Governo di centro-destra a territori che oggi possiamo definire ´politicamente camaleontici´.

Spezia e Genova hanno movimentato più contenitori, ma oggettivamente non riusciranno a garantire quella diversificazione dei traffici che sono già presenti nel nostro sistema e gli spazi per lo sviluppo che si prevede entro il 2010.

Il ´quadrante europa´ del nord-est aveva già impostato nel 2005 una rete di collegamento con i porti di Spezia e Gioia Tauro scommettendo sulle future infrastrutture programmate entro il 2014.

L´attualità locale riconferma come l´Interporto di Livorno continui ad essere una infrastruttura incompiuta e come la gestione di N.E.T. (Nord Est Terminal) che ha l´obiettivo obbligato di mettere in rete Livorno, Bologna, Padova e Verona, incontri serie difficoltà nel confronto interno con la società Interporto e per le incomprensioni con soggetti locali come Intercontainer e CAM. Indiscutibile la necessità di integrare l´attuale infrastruttura interportuale, non oltre i prossimi due anni, con il collegamento ferroviario alla linea Pisa-Collesalvetti-Vada ed aumentarne la capacità interna con altri due binari (già previsti nel progetto originario) .

* Mario Gottini è membro della Filt-Cgil della provincia di livorno

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