[27/07/2007] Comunicati

Piove di domenica, Governo ladro! Ovvero della fantozzata dei media

LIVORNO. La strada che porta all’inferno è lastricata di buone intenzioni. Buone intenzioni come quelle che hanno spinto Repubblica nei giorni scorsi all’iniziativa di “piantare un albero al giorno”, fisicamente con un progetto di rimboschimento a fine anno, e simbolicamente con il disegno di un alberello di Tullio Pericoli all´inizio di un articolo sul tema dell´ambiente, in cima ad una pagina d´inchiesta, a un reportage o a un´intervista, per «marchiare l´impegno del giornale su questa grande questione della contemporaneità, che interpella direttamente la vita quotidiana delle persone, la nostra responsabilità come cittadini portatori di diritti, come consumatori e come attori protagonisti nella grande sfida che è aperta nel mondo tra l´inquinamento e la salvaguardia, il recupero, la salvezza del pianeta».

Ma dove è stato posto oggi l’alberello? Su un’intera pagina dedicata “alla nuvola di Fantozzi”. O meglio a uno studio di due ricercatori dell’Università di Karlsruhe che documenterebbe un collegamento tra i week end piovosi dopo la settimana di sole. E la colpa sarebbe delle polveri sottili che si riducono quando le città si svuotano e così all’inizio della settimana torna il bello dopo due giorni nuvolosi. Il titolo, per dovere di cronaca, è il seguente: «Sole il lunedì, pioggia nel weekend. Sorpresa: la nuvola di Fantozzi esiste».

Ora, senza entrare nel merito dello studio del quale sappiamo ben poco, questo articolo con «l´impegno del giornale su questa grande questione della contemporaneità, che interpella direttamente la vita quotidiana delle persone» ha ben poco a che vedere. Si tratta di una notizia che invece di informare sulle tematiche ambientali, scredita l’informazione tutta. Si tratta di un argomento buono per chi si prende gioco degli ambientalisti e delle loro battaglie (scommettiamo che Franco Battaglia pubblicherà un bell´editoriale sul Giornale di domani?).
Va bene il tentativo di divulgare argomenti complessi in modo che arrivino al più alto numero di lettori possibili, ma qui si scade in burletta!

Senza voler far troppe prediche, riteniamo che questo sia stato un passo falso soprattutto da dimenticare in fretta voltando subito pagina. Anche perché, mentre a questa “fantozzata” (che sminuisce pure lo studio dei ricercatori stessi) è stata dedicata un’intera pagina e per giunta nobile (quella di destra), lo stesso autorevole quotidiano (come tutti gli altri del resto), non ha dedicato neppure una riga a una notizia questa sì importante e positiva sulle tematiche ambientali: il Dpef, per la prima volta nella storia, conterrà la contabilità ambientale. Gli indicatori classici verranno affiancati a quelli ambientali.

Pur sapendo che il Dpef non è la finanziaria, ci pare che questa sia una notizia almeno di cui dare conto. Conoscendo bene le redazioni, sappiamo quale siano ancora i comparti stagni dei vari settori delle cronache e la lunga strada che c’è da percorre, perché anche nei giornali ecologia ed economia vengano almeno incrociati. Inoltre, se davvero si vuol fare quel salto di qualità necessario, le buone intenzioni non bastano se l’approccio resta quello sensazionalistico o dell’infotainment, di cui il pezzo di oggi è resterà un´emblema.

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