[07/03/2006] Urbanistica

Prato, interporto versus città etrusca

PRATO. Da una parte le pressioni dell’economia e degli imprenditori che hanno bisogno di nuovi spazi. Dall’altro la storia dell’antichità che torna a chiedere lo spazio che si merita in una regione culla della civiltà etrusca.
Sta tutto in una vallata tra la sponda est del Bisenzio e la Val di Marina (nella foto aerea), lo scontro in atto da anni fra il nuovo interporto di Prato e l’antica Camars, la grande città etrusca venuta alla luce proprio durante gli scavi per la realizzazione dell’interporto.

«La prima scoperta risale al 1997 – racconta l’architetto Beppe Centauro - durante i lavori preliminari alle lottizzazioni furono rinvenuti i resti di alcune case e dopo le segnalazioni di alcuni cittadini la Sovrintendenza verificò la cosa». I primi scavi di un certo rilievo furono fatti nel 1999 «quando apparve una strada – continua Centauro – larga oltre 10 metri: era il cardo di una grande città databile dal sesto al quinto secolo avanti Cristo. Poi furono trovate fondazioni, insulae, canalizzazioni fino alla grande domus di 1440 metri che è l’unico elemento finora scavato in modo sistematico. Si tratta della più grande domus mai ritrovata sul suolo italico, mentre l’intera Camars ha restituito finora una quantità eccezionale di reperti: 1500 cassette di vasi e ceramiche, buccheri, elementi architettonici, embrici, tegole, che si sono miracolosamente conservate in un pacchetto di argilla limacciosa che li ha sigillati per secoli».

Secondo le ricostruzioni ipotizzate finora Camars, che probabilmente era il punto di contatto commerciale tra il popolo etruisco e le città dell´Adriatico, fu distrutta da un evento improvviso, probabilmente un alluvione dei torrenti della Val Marina, visto che i ritrovamenti sono a monte del Bisenzio.

Ma al di là delle emozioni la situazione attuale è di totale abbandono: gli scavi sono fermi da due anni e l’interporto, che di fatto non ha ancora un’area di interscambio, ha bisogno dei 12 ettari salvaguardati dalla Sovrintendenza per espandersi. «Se non si interviene in tempo – lancia l’allarme Centauro – l’espansione dell’interporto andrà avanti. Anche perché i pochi scavi effettuati fino a oggi sono stati finanziati per il 90% dalla stessa società dell’interporto, ma da 2 anni tutto è abbandonato a sé stesso».

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