[08/08/2007] Parchi
BRUXELLES. Domani si celebra la giornata internazionale dei popoli autoctoni, istituita nel 1994 dall’Assemblea generale dell’Onu, mentre dal 2004 la Nazioni Unite hanno proclamato il secondo decennio a internazionale dei popoli indigeni e tribali, per rafforzare la cooperazione internazionale al fine di risolvere i problemi che hanno di fronte i popoli autoctoni nella conservazione delle loro culture, dell’educazione, la sanità, i diritti dell’uomo, l’ambiente e lo sviluppo economico e sociale.
Campi nei quali intende impegnarsi con più attenzione anche l’Unione Europea almeno a sentire quanto dice il commissario europeo alle relazioni estere Benita Ferrero-Waldner: «Questa data importante è per noi l’occasione di0 celebrare l´enorme diversità e ricchezza culturale delle popolazioni indigene in tutte le parti del mondo. Per queste popolazione, per le quali i legami con la terra e gli elementi naturali fanno parte integrante della loro identità, i cambiamenti climatici rappresentano una minaccia particolare. L´aumento del livello del mare, la scomparsa dei ghiacciai e la desertificazione di regioni altrimenti ricche di risorse e fertili minacciano la lori stessa sopravvivenza, tanto come individui che come popoli. L´Unione Europea – sottolinea la Ferrero-Waldner - è alla testa degli sforzi sviluppati nel mondo per raccogliere la sfida dell’adattamento per un utilizzo più responsabile dell’energia, per migliorare l’educazione e la pressa di coscienza e la promozione di impegni internazionali che puntino a contrastare i cambiamenti climatici. Avanzando su questa strada, vigileremo per onorare i nostri impegni per la protezione degli ecosistemi naturali, come le foreste tropicali, le popolazioni tradizionali di questi habitat, ed in particolare la loro sicurezza alimentare e le loro tradizioni».
Nel 2003, il Forum permanente sulle questioni autoctone dell’Onu ha pubblicato delle raccomandazioni che definiscono i grandi settori che raccolgono i problemi dei popoli indigeni nel mondo. Una delle rivendicazioni chiave é quella dei diritti umani, con l’adozione da parte dei governi della dichiarazione universale dei diritti delle popolazioni autoctone, che troppo spesso vengono sfruttate, espulse dalle loro terre ancestrali e consegnate ad un destino di estinzione linguistica ed etica, di sfruttamento, miseria ed alcoolismo. Una dichiarazione che sembrava dovesse essere approvata nel 2006 dall’Assemblea dell’Onu ma che è rimasta lettera morta. Forse una sola giornata di attenzione non basta ai popoli indigeni, che contano troppo poco davanti alla globalizzazione che macina consumi e risorse e livella culture.