[09/03/2006] Consumo

Greenpeace presenta il rapporto mondiale sugli Ogm

ROMA. Greenpeace ha presentato il primo rapporto mondiale su Ogm e contaminazione genetica che rivela contaminazioni, semine illegali ed effetti collaterali negativi in campo agricolo. Il rapporto mostra 113 casi verificatesi in 39 Paesi del mondo, il doppio dei Paesi nei quali la
coltivazione di piante Ogm è consentita. In Italia nel 2003 sono stati distrutti quasi 400 ettari di campi di mais contaminato in Piemonte. Gli «incidenti» sono in aumento, con 11 nuovi casi nel 2005. Greenpeace segnala alcuni casi: carne di maiali geneticamente modificati venduta erroneamente ad ignari consumatori; coltivazioni contaminate da Ogm farmaceutici; coltivazione e distribuzione di mais non autorizzato resistente agli antibiotici; presenza di Ogm non autorizzati negli alimenti, anche negli invii di aiuti alimentari; inavvertito utilizzo di diverse varietà di Ogm perfino in campi sperimentali di standard elevati.
«Non esiste un registro ufficiale a livello nazionale o internazionale di casi di contaminazione genetica – ha detto Federica Ferrario, responsabile Ogm di Greenpeace – Chiediamo che venga reso obbligatorio un registro a livello internazionale di questo tipo e che vengano concordati standard
minimi per l´identificazione e l´etichettatura di tutti i trasporti di colture Ogm. Altrimenti, senza questi standard di biosicurezza, la tracciabilità diventa impossibile, e di conseguenza impossibile rintracciare e ritirare eventuali Ogm pericolosi».
La maggior parte degli incidenti vengono attualmente tenuti segreti dalle aziende e dalle autorità pubbliche. Il rapporto è stato reso noto alla vigilia dell´incontro dei 132 Paesi firmatari del Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza al quale non hanno aderito i maggiori esportatori di Ogm: Usa, Argentina e Canada. «Ci auguriamo che il Brasile, che ospita la conferenza a Curitiba – dicono a Greenpeace – non tradisca i Paesi in via di sviluppo, piegandosi agli interessi delle multinazionali biotech, e a spese dell’ambiente». Infatti, nella scorsa riunione fu proprio il Brasile, sostenuto dalla Nuova Zelanda, bloccarono un accordo sulla biosicurezza e la tracciabilità e probabilmente cercheranno di ostacolarlo in ogni modo, riducendo le informazioni sui trasporti internazionali ad un banale quanto inutile «potrebbe contenere Ogm».

Torna all'archivio