[25/09/2007] Energia

L’Ises contro la Via obbligatoria per l’eolico

ROMA. Dall’Ises Italia, la sezione nazionale dell’International solar energy society, è partito un appello a tutte le associazioni ambientaliste e di produttori di energie rinnovabili per mettere in campo iniziative comuni verso il governo, le forze politiche e l´opinione pubblica per bloccare la norma approvata il 13 settembre dal Consiglio dei ministri sull’obbligo di Valutazione di impatto ambientale (Via) per gli «impianti eolici per la produzione di energia elettrica con potenza di concessione pari o superiore a 20 MW».

Ises Italia spiega che «nella vigente legislazione in materia, l´iter di autorizzazione per la costruzione e l´esercizio di un impianto alimentato da fonti rinnovabili é infatti regolato a livello generale dal D.Lgs. 387/03 e a livello di dettaglio dalla normativa regionale e provinciale. Per quanto riguarda gli impianti di potenza superiore ai 20 MW, l´art. 12 di tale decreto prevede che gli impianti a fonti rinnovabili siano soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dall´ente competente (la regione o la provincia), che ricomprende al suo interno tutte le autorizzazioni, i permessi e i nullaosta previsti dalla normativa vigente».

Con la nova norma, secondo l’Ises «le fonti rinnovabili verrebbero arbitrariamente suddivise fra figlie e figliastre. Inoltre la decisione del governo contraddice sia la lettera che lo spirito del position paper italiano sulle fonti rinnovabili, che la presidenza del Consiglio dei ministri sta per presentare a Bruxelles. Nel documento, infatti, da un lato si sottolinea con preoccupazione le difficoltà che gli iter autorizzativi frappongono alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e si auspica l´ottimizzazione del processo decisionale e il miglioramento della sua efficienza, cioè l´ esatto contrario di quanto si otterrebbe aggiungendo una Via nazionale a un processo che richiede comunque il consenso regionale e locale, e dall´altro si indica per l´eolico un contributo dell´energia eolica nel 2020 quasi dieci volte superiore a quella del 2005. ´Una sfida difficile - conclude Ises Italia - che certamente non sarebbe vinta se diventasse operativa la proposta di una Via nazionale».

Preoccupazioni che riprendono quelle di altre Associazioni come Aper ed Anev che avevano chiesto al governo di facilitare gli impianti eolici e non di appesantirli con ulteriori controlli. Ma l’atteggiamento prudente fino al sospetto che alcuni settori sarà certamente salutato con gioia dal fronte del no all’energia del vento che si palesa ad ogni progetto da contrastare. Le polemiche su quella che appare ai più come la più matura e redditizia fonte rinnovabile non sembrano destinate a spengersi presto nel nostro Paese e intanto il ritardo rispetto all’Europa e agli altri Paesi del Mediterraneo si accumula. L’appello dell’Ises cerca di coagulare un fronte che è riuscito finora faticosamente a imporre l’eolico come energia pulita e sostenibile anche dove si sono svolti referendum ma che rischia di essere immobilizzato da problemi paesaggistici o da Valutazioni di impatto ambientale anche al di fuori dei siti di interesse paesaggistico ed ambientale nei quali sono certamente necessari.

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