[11/10/2007] Comunicati

Indice Cdi: gli Usa ultimi in ambiente

LIVORNO. Secondo la classifica Commitment to Development Index (Cdi) 2007, gli Stati Uniti d’America si piazzano all’ultimo posto nella lista dei 21 paesi ricchi attivi nella protezione ambientale globale. In campo ambientale prima è risultata la Norvegia, seguita da Irlanda, Finlandia e Gran Bretagna, mentre la Spagna è penultima, preceduta da Australia e Canada. Una classifica, come si vede con qualche sorpresa: la Finlandia non è al primo posto come in altre classifiche ambientali e la Spagna non fa onore alla sua immagine ecoefficente sviluppata soprattutto con l’impegno per eolico e solare. L’Italia è sedicesima.

L´indice Cdi, realizzato ogni anno dal Center for Global Development (Cgd), un’organizzazione indipendente con sede a Washington, stila la classifica dei 21 Paesi industrializzati ad alto Pil rispetto al modo con il quale portano avanti le loro politiche ed azioni per aiutare i Paesi poveri a costruire prosperità, buon governo e sicurezza. Gli indicatori del Cdi sono: ambiente, aiuto umanitario, commercio, investimenti, flussi migratori, sicurezza e tecnologia.

Nella classifica generale 2007, l’Olanda è prima per aiuto umanitario, riduzione delle emissioni di gas serra e sostegno agli investimenti nei Paesi in via di sviluppo, seguita dalla Scandinavia quasi al completo: seconde Danimarca e Svezia e Norvegia, mentre l’’ultimo della classe è il Giappone, preceduto dalla Grecia e dall’Italia, che non fa certo una gran figura. «La componente ambientale del Cdi – spiega David Roodman, un ricercatore del Cgd – espone in maniera drammatica la catastrofe delle politiche ambientali americane paragonate agli altri Paesi ricchi. Gli Stati Uniti potrebbero fare molto meglio. Hanno i soldi, la tecnologia e il senso imprenditoriale per essere leader in materia ambientale».

Gli Usa si classificano all’ultima posizione della classifica generale soprattutto per le loro emissioni estremamente elevate di gas serra per abitante (21,7 tonnellate di CO2 procapite) e per il rifiuto di ratificare il protocollo di Kyoto. Per la prima volta, quest’anno la componente ambientale dell’indice Cdi è stata estesa quattro dei più importanti Paesi in via di sviluppo (anche se a tassi altissimi): Brasile, Russia, India e Cina. Prendendo in considerazione 8 indicatori di politica ambientale, i 4 Paesi hanno registrato buoni risultati se rapportati ai 21 Paesi ricchi.

L’Italia è quasi sempre sul fondo della classifica, o al massimo a metà, anche per gli altri indicatori: sedicesima per l’aiuti allo sviluppo, quinta per il commercio, quindicesima per gli investimenti, diciassettesima per la gestione dei flussi migratori, quattordicesima per la sicurezza, undicesima per la tecnologia.

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