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Nuovi inquinanti, resilienza idrica e distretti industriali al centro del Forum Acqua di Legambiente Toscana. Come raggiungere gli obiettivi di qualità spostati ormai dal 2015 al 2027?

 |  Editoriale

Nella prestigiosa sede della Borsa Merci di Arezzo si è svolto il Quarto Forum Acqua organizzato da Legambiente Toscana, appuntamento ormai diventato centrale nell’agenda regionale dedicata all’acqua, alla presenza, come sempre di molti studenti. Dopo i saluti del presidente della camera di commercio di Arezzo e di Fausto Ferruzza presidente Legambiente toscana, si sono svolte le diverse sessioni. 

Si parte da qualche dato. Lo stato chimico delle acque superficiali in Toscana è buono per il 55%, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, e dato comunque distante dall’obiettivo della direttiva quadro acqua del 2000 (dovevano essere tutti in buono stato al 2015) posticipato al 2027 e per alcune sostanze al 2033. A scala europea solo il 31 % delle acque superficiali è in buono stato, il 21 % delle acque sotterranee è in stato non buono.  Secondo l'Agenzia Euopea dell’ambiente togliendo tutti gli i inquinanti emergenti, l’80% dei corpi idrici sarebbe in buono stato. In Italia la situazione è migliore: 70% acque sotterranee è buono, il 27% non buono. 

Andrea Minutolo, responsabile scientifico Legambiente nazionale, ha introdotto la prima sessione ricordando che ieri sono state approvate dal Parlamento europeo le raccomandazioni sulla strategia europea per la resilienza idrica, da approvare entro estate 25. Un documento importante per il settore, ma che sembra Indebolito rispetto al testo iniziale, secondo la associazione ambientalista. Anche per il Reach (regolamento europeo sostanze chimiche) si lavora per l’aggiornamento delle sostanze pericolose nei prossimi tre anni, con forti opposizioni di alcune categorie ad una estensione delle limitazioni dei Pfas. Obiettivo della strategia per la resilienza idrica è garantire acqua pulita, sicura e a prezzi accessibili tramite la promozione dell’efficienza idrica e la lotta all’inquinamento promuovendo soluzioni basate sulla natura. Prioritario secondo Legambiente il contrasto ai nuovi inquinanti: farmaci, cosmetici, sostanze chimiche, micro plastiche, Pfas. Nel 2021 la commissione europea ha aggiornato l’elenco delle sostanze, ma manca una valutazione sull’effetto somma degli inquinanti, esistendo solo limiti specifici per ciascuna sostanza. 

Inevitabile il riferimento ai Pfas, dopo la campagna di Greenpeace di due mesi fa: 10 anni dalla prima vertenza in Veneto, si parla di 10.000 molecole più o meno pericolose, ma cresce la preoccupazione: anche con la messa al bando graduale delle molecole più pericolose, resta l'accumulo di questi anni che produce i suoi effetti negativi.

Che fare? 

Secondo Legambiente occorre potenziare i controlli e completare il quadro dei dati. riempiendo i vuoti conoscitivi. Occorre poi rafforzare la governance del servizio idrico integrato, attività centrale per le strategie di resilienza da mettere in campo. Sul tema dell’informazione non basta la trasparenza “passiva”, occorrono modalità pro attive di diffusione dei dati e non solo istituzionali e formali. 

Isabella Bonamini, in rappresentanza dell’Autorità di distretto Appennino settentrionale, ha ricordato come in Italia la Direttiva acque del 2000 è stata implementata con la individuazione dei distretti idrografici e con la approvazione dei Piani di gestione delle acque. 

L'allegato delle sostanze inquinanti viene aggiornato ogni 4 anni e accanto a questo sono state introdotte le griglie degli inquinanti emergenti. Una corsa impari fra immissione di nuove molecole tossiche e aggiornamento della regolamentazione. Il monitoraggio produce aggiornamenti dello stato ambientali dei corsi d’acqua ogni 6 anni. Tutti i dati sono sul sito dell’Autorità ma occorre fare un maggiore sforzo di divulgazione. Esiste per esempio il "cruscotto di Piano" sul sito, che contiene molte informazioni. Inoltre è stati approvato nell' ottobre 2024 il bilancio idrico di tutto il distretto da parte dell’Autorità di distretto consultabile sul sito anche esso. Ma il bilancio non è brillante. I risultati sullo stato chimico dei corpi superficiali e peggiorato in Europa nei tre cicli di controlli dal 2000 ad oggi; il miglioramento delle tecniche di analisi e l'aumento del numero di sostanze da controllare ha superato gli effetti benefici degli interventi di prevenzione e depurazione. Meglio vanno le acque sottereanee, ma il problema resta. Pietro Rubellini, direttore di Arpat ha fatto il punto sulle attività dell’Agenzia in materia di controlli sulla qualità dei corpi idrici.

La seconda sessione si è concentrata sul tema degli inquina emergenti dei corsi d'acqua nei distretti industriali toscani con la partecipazione dei tecnici di Nuove Acque, Publiacqua acque, Gida.  La mattinata si è conclusa con una tavola rotonda con Gaia Checcucci dell’Autorità di distretto, Alessandro Mazzei Direttore di AIT, Marco Masi della Regione Toscana, Nicola Perini presidente di Cispel Toscana, e Federico Gasperini Direttore di Legambiente Toscana. 

Andrea Sbandati

Andrea Sbandati è senior advisor di Confservizi Cispel Toscana (l’Associazione regionale delle imprese di servizio pubblico), dopo esserne stato Direttore fino a novembre 2024. È esperto senior nella regolazione economica della gestione dei rifiuti urbani e dei servizi idrici (sistemi tariffari, piani industriali, benchmark), come nella organizzazione dei servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporti, energia, altro). Ricercatore senior nel campo della gestione dei rifiuti e dell'acqua, docente in Master di specializzazione nella regolazione economica dei servizi ambientali locali (Sant'Anna, Turin school of regulation). Da venti anni coordinatore ed esperto di progetti di assistenza tecnica e cooperazione internazionale nei servizi pubblici locali (Medio Oriente, Africa, Sud America).