
A Roma registrate temperature anche tra 54 e 57 gradi. Dove? In luoghi di lavoro per migliaia di persone

«Posti invivibili di Roma per il caldo terrificante, enormi compound della logistica, hangar mastodontici, distese infinite d’asfalto. Invivibili anche le condizioni di troppi quartieri periferici dove, soprattutto le fasce sociali più deboli subiscono di più le conseguenze dell’aumento di temperatura». Se il quadro d’insieme può sembrare terribile, i dettagli di alcuni casi particolari sono anche peggiori: l’area logistica di Commercity fa registrare temperature da 54°C, il capannone di logistica al Trullo 54°C, il deposito Atac a Grottarossa 57°C. E se questi sono i luoghi più roventi della Capitale, in altre zone della città la situazione non è granché migliore: a Ciampino e Casetta della Mistica sono state registrate medie oltre i 47°C, seguite da Omo, Lucrezia Romana, Gregna, Appia Sud, Tor Sapienza, Romanina, Torre Angela, Giardinetti, Tor Vergata e Centocelle tutti oltre i 46°C.
A fornire questo quadro che allarmante è dir poco è Legambiente Lazio con il rapporto “I quartieri più caldi di Roma negli ultimi 10 anni”. Nell’ambito della campagna “Che caldo che fa! Contro la cooling poverty”, con la quale il Cigno verde ha presentato nei giorni scorsi l’analisi termofotografica dei quartieri di Don Bosco e Garbatella. Oggi l’associazione pubblica il primo rapporto sui quartieri più caldi a Roma, avendo analizzato le temperature al suolo, nei periodi compresi tra il 1° giugno e 31 agosto, dal 2014 al 2024. I luoghi più roventi della Capitale sono risultati essere quelli citati in apertura. tutti luoghi di lavoro per migliaia di persone ma invivibili per le temperature limite che si raggiungono. I dati sono rilevati da satellite relativi alle temperature delle superfici, non su misurazioni meteorologiche (all’ombra e a 1,5-2 mt da suolo).
«Ci sono posti invivibili a Roma per il caldo terrificante, le analisi delle temperature nell’ultimo decennio mostrano che i peggiori luoghi corrispondono a enormi compound della logistica, con i loro hangar mastodontici e le distese di asfalto e parcheggi infiniti, con il suolo rovente dove migliaia di persone lavorano quotidianamente in condizioni climaticamente disastrose - commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - così come sono invivibili le condizioni di troppi quartieri periferici dove, soprattutto le fasce sociali più deboli subiscono le conseguenze terrificanti dell’aumento di temperatura al quale assistiamo negli ultimi anni per la Capitale: è anche per questo che abbiamo voluto far partire proprio da Roma la nostra nuova campagna e il nostro grido, chiedendo città più giuste, città più sicure. Neanche a dirlo, ovviamente i luoghi più freschi sono quelli più alberati o dove al suolo e nel tessuto urbano non insistono grandi continuità di cemento, asfalto e impermeabilizzazione».
In effetti, i quartieri più freschi sono Castel Porziano e Castel Fusano con medie di circa 35°C e poi Acquatraversa (38°C), Villa Ada (38°C) e Trionfale (39°C). I dati sono rilevati da satellite relativi alle temperature delle superfici, non su misurazioni meteorologiche (all’ombra e a 1,5-2 mt da suolo).
«Le soluzioni da mettere in campo sono tante – prosegue Scacchi – dallo stop al consumo di suolo alla generazione continua di boschi urbani, dalle sostituzioni di alberi più vetusti con specie coriacee, autoctone e resistenti al caldo, alla generazione di rifugi climatici outdoor che possano dar ristoro alle persone. E poi lanciamo un appello a tutto il tessuto industriale e al decisore politico: non vogliamo mai più vedere parcheggi a raso, se non completamente ricoperti da pannelli fotovoltaici, grazie ai quali generare ombra sulle sconfinate dimensioni di queste vaste zone di sosta, ma anche grazie ai quali generare energia da fonti rinnovabili, così da contribuire all’abbattimento dei gas climalteranti provenienti dalle fonti fossili, che sono la causa della febbre del nostro pianeta».
