L’Africa perde 12,7 miliardi di dollari all’anno per disastri naturali, principalmente alluvioni (70%) e terremoti (28%)
«Trasformare la salute in un pilastro delle discussioni sul clima». È questa la richiesta che Amref Health Africa lancia mentre sono in corso i lavori della plenaria della Cop30 su Salute e Clima. All’appuntamento di Belém ministri e delegati governativi provenienti da varie parti del mondo. Un focus sull’Africa è d’obbligo, considerato che il continente contribuisce in modo molto limitato alle emissioni globali di gas serra, meno del 4%, ma è tra le aree più colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici, come siccità, alluvioni e ondate di calore, ricorda Amref.
Sottolinea Amref che secondo un’analisi dell'African Risk Capacity - agenzia dell'Unione Africana per migliorare la resilienza dei Paesi africani - le regioni centrali, orientali e meridionali dell'Africa hanno subito il maggior numero di disastri dal 2000 al 2023. Il continente africano perde 12,7 miliardi di dollari all'anno per disastri naturali, principalmente alluvioni (70%) e terremoti (28%). Secondo "Africa e salute: l'opinione degli italiani", indagine di Ipsos per Amref Italia, il cambiamento climatico continua a rimanere una grave minaccia per il mondo intero (88%) soprattutto se riferito alla salute globale degli individui del pianeta (84%, preoccupazione che sale all'87% tra la Gen Z). Per il 33% degli intervistati l'allarmismo sul cambiamento climatico è ampiamente esagerato, la situazione non è poi così grave.
L’indagine italiana riporta che la causa del cambiamento climatico è spesso associata, dagli intervistati, alla diretta attività umana (85%, 89% tra la GenZ), che rischia di essere andata troppo oltre. Per il 53% ci troviamo a pagare le conseguenze del non avere messo in atto soluzioni efficaci e tempestive per affrontare il cambiamento climatico per tempo, opinione che incontra l’accordo del 58% dei Millennials. A pagarne il conto più salato i Paesi a basso reddito per il 62% (69% tra i Baby Boomers).
Spiega Doreen Naiga, venticinquenne attivista ugandese, che da oggi è alla Cop30 di Belém: «Il clima non è solo una questione ambientale, è una questione di salute, una questione di vita quotidiana. Quando un fiume distrugge una casa, distrugge anche la storia di una famiglia”. Doreen ha partecipato alla COP27 in Egitto, incontrato vari leader e contribuito alla stesura del primo Youth Position Paper africano su clima e salute. Nel 2024, Doreen è stata selezionata per entrare del Comitato Direttivo Giovanile Y-ACT, istituito presso Amref Health Africa per promuovere iniziative guidate dai giovani, amplificarne le voci e favorire il cambiamento positivo. «Non serve essere famosi o avere tanti soldi – continua Doreen, chiamando all’azione i giovani - inizia da dove sei. Fatti sentire. Agisci. Unisciti agli altri. Ogni comunità è un punto di partenza per cambiare il mondo».