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VIII Giornata nazionale della prevenzione sismica

Quasi 4 miliardi di euro all’anno: ecco quanto pesa il rischio sismico sugli edifici italiani

Presentata oggi la mappatura per far procedere di pari passo le misure di prevenzione sismica e quelle per l’efficientamento energetico. Con il Superbonus solo il 40% degli interventi effettuati in zona sismica 1, la più esposta
 |  Prevenzione rischi naturali

Oggi si celebra l’ottava Giornata nazionale della prevenzione sismica, e a ben guardare non c’è granché di cui dirsi soddisfatti, mentre il lavoro da fare è ancora tanto. Il rischio sismico sugli edifici residenziali italiani pesa quasi 4 miliardi di euro all’anno. E non è questione di differenze geografiche. Il problema percorre l’intera penisola, e pesa tanto nei territori del nord quanto in quelle del sud. Non a caso, Lombardia, Piemonte e Sicilia sono le regioni con il patrimonio immobiliare più esposto.

A fornire un nuovo modello di mappatura del territorio italiano che mira a integrare il rischio sismico, idrogeologico e climatico e il consumo energetico del patrimonio immobiliare italiano è ora l’analisi del dipartimento Casa Italia realizzata in collaborazione con Plinius Aps. Lo scopo della mappatura è quello di non sprecare l’occasione della “direttiva case Green” e facilitare l’accoppiamento di interventi di efficientamento energetico alle misure di prevenzione sismica per rendere il patrimonio immobiliare italiano più sicuro ed efficiente.

Dall’analisi emerge che la regione con il patrimonio immobiliare residenziale maggiormente esposto è la Lombardia con quasi 500 mila edifici in massima classe di rischio, seguito da quello del Piemonte con valori molto simili, al terzo posto la Sicilia con poco meno di 400 mila edifici a rischio sismico elevato. Sicilia, Calabria e Emilia Romagna le regioni che hanno un rischio maggiore. In sintesi la mappatura che si ottiene permette di stimare in maniera sempre più puntuale il rischio costituendo una base di conoscenza finalizzata a creare una piattaforma operativa per definire con precisione obiettivi prioritari e indirizzare investimenti, anche riguardanti il Pnrr.

Per la presentazione dell’indagine e la celebrazione della Giornata è arrivato anche un messaggio del ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti: «Il tema scelto per l'edizione di quest'anno - ha detto Foti - l'integrazione tra efficientamento energetico e prevenzione sismica, mi pare particolarmente centrato e penso di poter dire che è cruciale in un Paese come l'Italia a elevata vulnerabilità. La convergenza tra sicurezza strutturale e transizione energetica non è soltanto una scelta tecnica, ma una strategia necessaria per indirizzare con efficacia le risorse nazionali ed europee, anche alla luce del prossimo recepimento della direttiva green”. “In questo percorso - ha proseguito il ministro - in questa lunga strada, che ovviamente ci separa dal raggiungimento di obiettivi ambiziosi, il Pnrr ha rappresentato un perno essenziale. Ad oggi gli interventi finalizzati all'adeguamento o al miglioramento sismico hanno mobilitato infatti oltre 2,3 miliardi di euro su tre ambiti strategici: l'edilizia scolastica, con 884 progetti per un costo superiore al 1,5 miliardi; la sicurezza dei luoghi di culto e del patrimonio culturale, con 432 interventi per circa 400 milioni di spesa cui vanno aggiunti altri 400 milioni del fondo edifici di culto e il programma verso un ospedale sicuro e sostenibile con 91 interventi per un costo di circa 408 milioni di euro. A questi si aggiungono altri 141 progetti per oltre 170 milioni di euro inseriti in misure di riqualificazione e rigenerazione urbana che contribuiscono anch'essi al miglioramento sismico». E ha concluso Foti: «I risultati sono già concreti: sono stati completati circa 209 interventi nelle scuole, 32 nei luoghi di culto e 4 negli ospedali, per un totale di 245 opere ad oggi concluse. È un progresso significativo che testimonia l'impegno delle amministrazioni, dei professionisti e delle imprese coinvolte nell'attività».

Le ombre però non mancano. Secondo un’analisi della Fondazione Inarcassa su dati Enea presentata sempre oggi, infatti, negli ultimi 5 anni solo il 40% degli interventi realizzati nell’ambito del Superbonus e condotti con una detrazione al 110% delle spese, ha riguardato le zone sismiche 1 e 2, quelle cioè a più altro rischio sismico, e solo la minima parte di questi interventi ha interessato la messa in sicurezza contro i terremoti. Ma secondo un’analisi di Mauro Dolce, presidente del Consorzio interuniversitario ReLuis e del comitato Tecnico ccientifico della VIII Giornata nazionale della prevenzione sismica, accoppiare gli interventi antisismici a quelli di efficientamento energetico porta ad un generale risparmio di tempo e a una maggiore efficacia. Il prof. Dolce, infatti, dopo aver mostrato le perdite economiche previste a livello  dal modello di rischio Reluis adottato dal dipartimento della Protezione civile per il National risk assessment 2018 e 2023, ha mostrato uno studio svolto da ReLjis nel quinquennio 2019-2024, nel quale prendendo 12 edifici reali che necessitano di entrambi gli interventi l’analisi risulta che con interventi che vanno dai 200 euro fino ai 1100 euro al metroquadro è possibile migliorare lo stato di un edificio da 1 a 7,5 classi di rischio combinato fra sismico ed energetico.

Il tema di come accoppiare efficientamento energetico e prevenzione sismica non è di poco conto. Oggi in Italia sono 18 milioni gli edifici a uso immobiliare che necessitano di interventi antisismici urgenti, mentre 5 milioni di edifici privati e 500 mila edifici pubblici dovranno essere efficientati dal punto di vista energetico con una riduzione dei consumi del 55% entro il 2030. «L’accoppiamento di queste due esigenze è possibile attraverso la conoscenza il territorio», spiega Andrea Di Maio, presidente della Fondazione Inarcassa. «Quello che auspichiamo è fare in modo che le politiche che prevedono interventi sul patrimonio edilizio, inclusa la Direttiva Green, si traducano in un reale investimento e non in uno spreco di risorse pubbliche e private - prosegue il presidente - e questo è possibile dotando il decisore pubblico di uno strumento operativo che consenta di pianificare gli interventi sul costruito secondo una logica di priorità di esigenze, al fine di rispondere ad esigenze combinate, ottimizzando l'utilizzo delle risorse economiche e massimizzando i benefici dell'investimento».

Redazione Greenreport

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