
Iniziano i lavori a mare della Darsena Europa, 550 mln di euro per una nuova era nel porto di Livorno

Dopo il via libera definitivo arrivato lo scorso luglio dal ministero dell’Ambiente – e l’insediamento a ottobre dell’Osservatorio ambientale per il porto di Livorno – il cantiere della Darsena Europa nel porto di Livorno continua ad avanzare. La conclusione dei lavori è in agenda per il 2029, e a partire da oggi si inizia a correre: ieri è stata infatti posta la prima pietra dell’infrastruttura chiamata a traghettare lo scalo labronico nel XXI secolo.
Si tratta infatti di realizzare un moderno terminal container che sorgerà alle spalle della Darsena Toscana, con un pescaggio minimo di 16 metri a ridosso delle banchine e di 17 metri lungo il nuovo canale di accesso, che verrà realizzato a nord del porto di Livorno. Città che «con questa opera sarà capace di attirare nuovi mercati mondiali. La darsena Europa avrà un ritorno economico ma anche occupazionale per la città», argomenta nel merito il sindaco di Livorno, Luca Salvetti.
«È grande la soddisfazione di aprire questo cantiere: dopo l'intesa con la Regione approvata martedì scorso dalla Giunta e dopo l'approvazione del progetto esecutivo siamo finalmente in grado di partire con i lavori a mare», commenta il commissario straordinario dell'Authority portuale e della maxi-infrastruttura, Luciano Guerrieri.
Quello di oggi è per il commissario dell'opera il traguardo di un percorso procedurale lungo e a tratti faticoso, cominciato a marzo del 2022 con la firma del contratto di appalto integrato e l'affidamento dei lavori al Raggruppamento temporaneo di impresa formato da Società italiana dragaggi, da Fincantieri infrastructure opere marittime, Sales e Fincosit.
L’investimento complessivo, tra lavori, spese di sicurezza e imprevisti vari, ha raggiunto la cifra di 550 milioni di euro, cento milioni in più rispetto all'importo originario, un incremento dovuto in parte alla decisione della struttura commissariale di modificare il progetto, prevedendo l'ampliamento della vasca di colmata del futuro terminal Ro/Ro con l'obiettivo permetterle di contenere interamente i 17 milioni di metri cubi di sedimenti risultanti dalle attività di dragaggio.
Anche il consolidamento della prima cassa di colmata (opera da circa 50 mln di euro) e le prescrizioni ambientali stabilite in fase di Valutazione d’impatto ambientale (Via) hanno inciso sul costo finale della maxi opera, oltre alla revisione dei prezzi, che dovrà essere coperta, almeno in parte, dal quadro economico dell'opera.
«È un’opera statale ma ci mettiamo volentieri dei nostri fondi perché quest’opera significa lo sviluppo di Livorno e della Toscana – dichiara il presidente della Regione, Eugenio Giani – La navigazione sta ritornando ad essere una delle modalità più importanti di interscambio nel mondo. Livorno con questa opera entra nel novero dei grandi porti internazionali. Il pescaggio, da dodici metri e mezzo, arriverà a venti metri. Come Toscana sentiamo l’orgoglio del taglio del nastro di una delle opere che segneranno i prossimi decenni».
Anche lo Stato però deve finire adesso di fare la sua parte. «Siamo qui a celebrare l’avvio di un’opera utile non solo a un grande sviluppo economico, ma anche ambientalmente sostenibile. Vi è adesso la necessità di valorizzare appieno le infrastrutture ferroviarie di supporto per il trasporto merci. Il Governo Meloni deve rifinanziare il bypass di Pisa per Vada, via Collesalvetti, che il governo Draghi aveva finanziato con circa 300 milioni di euro», ricorda nel merito l’assessore regionale alle Infrastrutture, Stefano Baccelli.
Cosa manca? Come emerso in un recente convegno organizzato dalla Goletta Verde di Legambiente, per rendere sostenibili i (crescenti) traffici portuali è però necessario percorrere in parallelo una doppia strada, ovvero – oltre ai collegamenti ferroviari – l’installazione di impianti, eolici in particolare, per produrre energia fonti rinnovabili in grado di alimentare il cold ironing delle banchine.
