Sa.Co.I 3, ecco i risultati delle indagini Arpat

I valori di induzione magnetica lungo tutto il perimetro della cabina primaria sono «ben al di sotto dei limiti», mentre le misure di campo magnetico statico hanno restituito valori molto vicini a quelli del campo magnetico terrestre

[17 Settembre 2019]

L’attuale collegamento elettrico in corrente continua a 200 kV tra Sardegna, Corsica e penisola italiana, denominato Sa.Co.I 2, risale agli anni ’60 ed è ormai obsoleto: come noto, per potenziarlo Terna – il gestore della rete elettrica italiana – sta portando avanti il progetto Sa.Co.I 3, che consentirà una capacità di trasporto complessiva fino a 400 MW e che promette un «ridotto impatto ambientale: l’opera sarà realizzata sfruttando l’attuale infrastruttura del Sa.Co.I 2, con l’ammodernamento delle stazioni di conversione e la posa di nuovi cavi terrestri e marini».

Più nel dettaglio, il progetto ha previsto due cavi marini di collegamento tra la Corsica e l’Italia continentale (approdo di Salivoli, Comune di Piombino); due cavi terrestri in corrispondenza dell’approdo dei cavi marini a Salivoli e relativo punto di transizione aereo/cavo; una stazione di conversione alternata/continua localizzata in adiacenza all’esistente stazione elettrica di Suvereto e relativi raccordi.

Nei giorni scorsi anche il Consiglio comunale di Piombino ha approvato il protocollo d’intesa per la localizzazione del progetto Sa.co.I 3, avviando con Terna la trattativa per le opere di compensazione, ma sul territorio non si placano le critiche di alcuni cittadini spaventati dai possibili impatti sulla salute dell’opera. Anche l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) è stata chiamata in causa, e ha colto dunque l’occasione per fare il punto della situazione.

«Si fa presente – spiega l’Arpat – che presso la Cabina di trasformazione primaria di proprietà Terna, in loc. Forni, convergono i tracciati di molteplici linee aeree ad alta tensione (vedi tabella a seguire), tra cui le 2 linee a 200 KV in corrente continua verso la Sardegna (progetto Sa.Co.I 2). Questa tipologia di linee rappresenta una sorgente non usuale di campo magnetico statico (su tutto il territorio nazionale risultano presenti solo altre due linee in corrente continua); tutte le altre linee elettriche della rete a corrente alternata operano infatti alla frequenza di 50Hz. Data l’assenza di tale tipologia di impatto in campo ambientale, l’Agenzia non possedeva la strumentazione necessaria per la misura del relativo campo magnetico e quindi ha dovuto acquisirla».

L’Agenzia ha dunque misurato i valori di induzione magnetica lungo tutto il perimetro della cabina primaria, con «risultati non superiori a 0,10 µT, quindi ben al di sotto dei limiti». Sono state poi svolte misure di campo magnetico statico (0 Hz) esternamente alla recinzione, in prossimità della zona in cui gli elettrodotti in continua escono dalla cabina primaria, che «hanno evidenziato valori compresi tra 0,043 mT e 0,066 mT». Di conseguenza, concludono dall’Arpat, «dati i valori misurati molto vicini al valore del campo magnetico terrestre, si deduce che i livelli di campo magnetico prodotti dalle linee in corrente continua sono minimi e comunque trascurabili rispetto al valore di riferimento di 40 mT (DPCM 08/07/2003 che rimanda alla raccomandazione del Consiglio UE 12 Luglio 1999)».