Resi noti i nuovi dati sull'inquinamento dell'aria a gennaio

È ancora “emergenza” smog: le contromisure del ministero dell’Ambiente viste dalla Toscana

Arpat: situazione migliorata rispetto a dicembre grazie a pioggia e vento, ma è necessario mantenere alta l’attenzione

[3 Febbraio 2016]

Quali sono stati a gennaio i livelli di smog e inquinamento dell’aria in Toscana? Secondo l’Arpat, che ha appena pubblicato i relativi dati, «la situazione è complessivamente migliorata» rispetto a un dicembre disastroso, ma sostanzialmente grazie «alle mutevoli condizioni meteorologiche, con l’alternarsi di periodi di alta pressione e di giornate con pioggia e vento». In ogni caso «è necessario mantenere una elevata attenzione. Nelle 33 centraline della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria in Toscana attive per la misurazione del PM10 nel mese di gennaio si sono registrati 152 (rispetto ai 297 di dicembre) superamenti del limite di 50 µg/m3, che hanno interessato 25 centraline, sia quelle di fondo che quelle di traffico. In alcuni casi i superamenti ci sono stati anche per periodi prolungati, (fino a sette giorni consecutivi) […] Per quanto riguarda il PM2,5, per il quale non esiste un limite giornaliero, ma solamente un limite annuale di 25 µg/m3, la situazione registrata in gennaio, anche in questo caso è migliorata rispetto a dicembre, ma è comunque da monitorare con attenzione, visto che in sette centraline la media mensile è stata superiore al limite annuale».

L’eterna “emergenza” smog è dunque tornata a fare scalpore in Toscana come in tutta Italia, complici le condizioni climatiche tutt’altro che invernali (il 1 febbraio l’altitudine dello zero termico riportava valori tipicamente estivi), e il ministero dell’Ambiente ha riunito ieri a Roma regioni e comuni per vagliare le contromisure. Il cosiddetto Tavolo per la qualità dell’aria è così tornato a riunirsi per la prima volta dopo il summit di fine dicembre, anche una volta in piena “emergenza” smog.

«La Regione Toscana – ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente, Federica Fratoni, presentando un sunto di quanto fatto finora – sta assicurando nel modo più veloce e efficace il recepimento del protocollo “antismog” siglato con il ministero il 30 dicembre. Alla prossima giunta porteremo la modifica della legge regionale sulle norme per qualità dell’aria. A seguito della modifica della legge 9 del 2010 “Norme per la qualità dell’aria” daremo attuazione a quanto contenuto nel protocollo attraverso alcune iniziative. Prime fra tutte, l’individuazione degli indici specifici di criticità che consentiranno di superare il limite dell’azzeramento del numero dei superamenti al 31 dicembre. E poi, le misure emergenziali da attivare al verificarsi di 7 superamenti giornalieri consecutivi. Considerando che, a seguito della delibera 1182 del 2015, i comuni interessati dagli interventi contingibili sono oltre 50, è stato istituito un tavolo di coordinamento regionale il cui insediamento è programmato il prossimo 15 febbraio per individuare nei territori misure anti smog omogonee e efficaci. Riguarderanno sia azioni sul traffico veicolare sia sugli impianti di riscaldamento domestico. Infine – conclude Fratoni – ci faremo parte attiva con i comuni toscani supportandoli nella partecipazione ai bandi sulla mobilità sostenibile che il ministero dell’Ambiente ha in programma di avviare a breve per un totale di circa 100 milioni».

In altre parole, dalla riunione del 30 dicembre a oggi, ancora di misure concretamente attivate non ne sono arrivate; poco più di un mese di tempo, d’altra parte, è logico che non possa portare a grandi sovvertimenti. Il problema dell’azione contro lo smog in Toscana (come del resto altrove in Italia) sta semmai nei contenuti che sono andati a formare il “protocollo d’intesa per la qualità dell’aria” siglato con il ministero dell’Ambiente, e sotto la sua regia. All’indomani dell’approvazione, Legambiente li definì dei «timidi segnali», e ancora oggi non paiono che palliativi.

In totale, le risorse messe in campo contro lo smog italiano ammontano a 450 milioni di euro, ma sono frammentarie, indirizzate ad obiettivi velleitari e finora soltanto annunciate: di quei milioni, al momento non risulta ne sia stato impiegato nessuno. Nel frattempo, i costi per la salute per l’inquinamento dell’aria oscillano sempre tra i 47 e i 142 miliardi l’anno.

Cos’è possibile fare, concretamente, in Toscana? Nonostante i picchi d’inquinamento nella nostra regione certo non manchino, la qualità dell’aria registrata lo scorso anno è mediamente migliorata. Secondo l’ultimo dossier Mal’Aria di Legambiente, il piano per prevenire lo smog in città «è noto: 1) cura del ferro nei trasporti pubblici locali, più reti ciclabili, più pedonalizzazioni nei nostri centri antichi; 2) riscaldamento domestico a più alto tasso d’innovazione (pompe di calore, caldaie a condensazione, etc.); 3) nelle attività industriali applicazione rigorosa del principio europeo del chi inquina paga, in vista di una progressiva riduzione dell’intensità emissiva delle nostre attività produttive». Di tutto questo, pochissimo si ritrova nell’accordo stabilito col ministero dell’Ambiente: senza una regia concreta, “l’emergenza smog” rimarrà un periodico ritornello ancora per molto tempo.