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L’Oms ha approvato un accordo sulla gestione delle pandemie: l’Italia, insieme a Russia e Iran, si è astenuta

Il nostro Paese si è tirato indietro sostenendo che lo ha fatto per «ribadire la propria posizione riguardo alla necessità di riaffermare la sovranità degli Stati nella gestione delle questioni di sanità pubblica». Il Pd ha annunciato un’interrogazione parlamentare
 |  Prevenzione rischi naturali

I Paesi membri dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) hanno adottato un nuovo accordo sulle pandemie che contiene norme giuridicamente vincolanti che affrontano le carenze nella capacità globale di affrontare le emergenze sanitarie emerse durante la pandemia di Covid-19. L’Italia si è astenuta, insieme a Russia, Iran, Bulgaria, Polonia, Giamaica, Israele, Romania, Paraguay, Guatemala e Slovacchia. E mentre il nostro governo motiva il mancato voto favorevole sostenendo che si tratta di un modo per «ribadire la propria posizione riguardo alla necessità di riaffermare la sovranità degli Stati nella gestione delle questioni di sanità pubblica», il Pd ha già annunciato un’interrogazione parlamentare.

L’accordo sulle pandemie approvato dall’Oms, insieme al regolamento sanitario internazionale modificato, rafforzerà la capacità dei paesi di prepararsi alle pandemie e prevenirle con l'approccio globale "One Health", che riconosce l'interdipendenza tra la salute umana, animale e vegetale e i loro ambienti condivisi. L'accordo consentirà inoltre un accesso equo ai vaccini e ad altre contromisure mediche, promuovendo i trasferimenti di tecnologia su base volontaria e concordata e sostenendo al contempo lo sviluppo di capacità nei paesi in cui fosse necessario, nel pieno rispetto delle competenze e delle responsabilità in materia di politica sanitaria dei singoli Stati membri dell'Ue.

«Il mondo è più sicuro oggi grazie alla leadership, alla collaborazione e all'impegno dei nostri Stati membri per adottare lo storico accordo pandemico dell'Oms», ha dichiarato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms. «L'accordo è una vittoria per la salute pubblica, la scienza e l'azione multilaterale. Garantirà che, collettivamente, possiamo proteggere meglio il mondo dalle future minacce pandemiche. È anche un riconoscimento da parte della comunità internazionale che i nostri cittadini, società ed economie non devono essere lasciati vulnerabili a subire nuovamente perdite come quelle sopportate durante il Covid-19».

L’attuazione dell’accordo consentirebbe tra le altre cose un migliore coordinamento e una mobilitazione più efficace degli sforzi di finanziamento per situazioni critiche. Tali miglioramenti rispecchiano e rafforzano, guardando all’Europa, la strategia globale dell'Ue in materia di salute

Olivér Várhelyi, commissario Ue per la Salute e il benessere degli animali, sottolinea: «Un accordo sulle pandemie è un passo decisivo verso un approccio globale più efficace e cooperativo alla prevenzione e alla gestione di future pandemie, nel pieno rispetto delle responsabilità e delle competenze in materia di politica sanitaria dei singoli Stati membri dell'Ue. Si tratta di un’azione che sottolinea la persistente forza della cooperazione e della solidarietà internazionali. L'Ue rimarrà in prima linea nella sanità mondiale per proteggere i suoi cittadini e salvaguardare la prosperità e la stabilità delle sue società».

Per quanto riguarda la sovranità nazionale, l'accordo siglato stabilisce che «nessuna disposizione dell'Accordo Oms sulle pandemie deve essere interpretata nel senso di conferire al Segretariato dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, compreso il Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'autorità di dirigere, ordinare, modificare o prescrivere in altro modo la legislazione nazionale e/o interna, a seconda dei casi, o le politiche di una qualsiasi Parte, o di imporre o imporre in altro modo alle Parti l'obbligo di intraprendere azioni specifiche, come vietare o accettare i viaggiatori, imporre mandati di vaccinazione o misure terapeutiche o diagnostiche o attuare blocchi».

Nonostante queste precisazioni, l’Italia ha deciso di astenersi. E così il governo italiano ha motivato la decisione: «Con l’astensione odierna, l’Italia intende ribadire la propria posizione riguardo alla necessità di riaffermare la sovranità degli Stati nella gestione delle questioni di sanità pubblica». Nella dichiarazione dell’Italia sul voto riguardante l’accordo pandemico globale si legge anche: «Apprezziamo che questo principio sia stato incluso nel testo dell’Accordo Pandemico. Accogliamo inoltre con favore che, nell’annunciare la conclusione dei negoziati, l’OMS abbia specificato che l’Accordo Pandemico non conferisce all’OMS il potere di dirigere, ordinare, modificare o prescrivere leggi o politiche nazionali, né di obbligare gli Stati ad adottare azioni specifiche, come vietare o accettare viaggiatori, imporre vaccinazioni o misure terapeutiche o diagnostiche, o attuare lockdown. Riteniamo inoltre che l’Accordo debba essere attuato nel pieno rispetto dei principi di proporzionalità e protezione dei diritti fondamentali, inclusa la tutela dei dati personali e delle libertà individuali. Nel rispetto di questi principi, l’Italia guarda con interesse alla prosecuzione del lavoro con gli altri Stati membri dell’OMS per definire le questioni ancora aperte che, a nostro avviso, meritano ulteriori approfondimenti».

Parole che non convincono virologi e forze parlamentari di opposizione, con il direttore Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, che si dice «deluso» per la posizione del nostro Paese e con Gian Antonio Girelli, deputato Pd e vicepresidente della commissione parlamentare d'inchiesta Covid, che definisce l’astensione italiana un fatto «grave»: «Come pensano di affrontare possibili pandemie future se l'atteggiamento è questo? Il Covid non ha insegnato nulla, come del resto si evince in modo chiarissimo dall'atteggiamento di parte della maggioranza in commissione d'inchiesta. Presenteremo una interrogazione parlamentare per chiedere al governo come intende agire». 

Redazione Greenreport

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