
Dipendiamo dalla natura. E se spesso ce ne dimentichiamo, ora arriva il Panda a ricordarcelo con la “Primavera delle Oasi”

Può sembrare una banalità, ma spesso ce ne dimentichiamo. L’ossigeno che respiriamo, l’acqua che beviamo, i terreni fertili adatti alla coltivazione: la nostra vita è possibile soltanto grazie alla natura. Anche la regolazione del clima e l’equilibrio dei gas presenti nell’atmosfera sono fondamentali per la sopravvivenza degli esseri viventi. Eppure, una sconsiderata azione antropica che riduce tutto a “risorse naturali” semplicemente utili allo sfruttamento, i processi produttivi che causano inquinamento del suolo e delle acque, il massiccio uso di combustibili fossili con il conseguente sprigionamento di gas a effetto serra, ecco, tutto ciò va a impattare pesantemente su quei fattori da cui dipendiamo. Ebbene, in mezzo a quella che troppo spesso viene considerata una prassi rispetto alla quale non ci si può scostare, esistono delle vere e proprie oasi di pace, benessere, armonia con la natura. Anzi, delle Oasi, con la maiuscola.
Sono le Oasi Wwf, che non solo preservano l’integrità degli ecosistemi in esse presenti, ma che grazie a questa azione di salvaguardia garantiscono la fornitura di numerosi servizi ecosistemici fondamentali per aiutarci a prevenire e mitigare gli impatti negativi del cambiamento climatico. In particolare, lo fanno le Oasi Wwf forestali, ma non sono da meno anche quelle delle praterie, delle zone umide e delle aree marine: queste aree protette assorbono grandi quantità di anidride carbonica dall’atmosfera attraverso il processo della fotosintesi, immagazzinando il carbonio nel suolo e nelle diverse parti degli alberi, come le foglie, i rami, il tronco e le radici.
Il Panda ha avviato un progetto pilota da cui emerge che gli assorbimenti di gas serra nelle tre Oasi Wwf di Bosco di Vanzago (140 ettari), Macchiagrande (218 ettari) e Monte Arcosu (3675 ettari) sono tutt’altro che di poco conto: i calcoli effettuati dai ricercatori hanno evidenziato che in queste tre aree, nel corso di un solo anno, la vegetazione ha assorbito e sequestrato una quantità di CO2 equivalente pari a oltre 10 mila tonnellate. Questi dati hanno confermato, se pure ce ne fosse stato bisogno, l’elevata capacità delle Oasi di assorbire l’anidride carbonica presente in quantità sempre più alta nell’atmosfera e anche l’importanza cruciale delle aree protette nel mantenere ecosistemi sani, capaci di offrirci servizi ecosistemici fondamentali. È ormai evidente come con i loro ambienti forestali e le zone umide, le Oasi svolgano un ruolo chiave nel proteggere la popolazione dalle sempre più frequenti alluvioni e dagli eventi meteorologici estremi legati al cambiamento climatico, agendo come serbatoi naturali che trattengono temporaneamente grandi volumi d’acqua durante le piogge intense. Questo meccanismo aiuta a prevenire le inondazioni nelle aree limitrofe e garantisce un importante servizio di drenaggio, riducendo fortemente anche il rischio di danni da alluvioni e allagamenti.
Il Panda cita come esempio significativo in questo senso l’Oasi di Focognano, situata a pochi chilometri da Firenze: durante la devastante alluvione che ha colpito la Toscana nell’autunno del 2023, quest’area ha svolto un ruolo cruciale come naturale bacino di raccolta per milioni di litri d’acqua, contribuendo a mitigare gli effetti negativi sulle aree limitrofe di Campi Bisenzio e della periferia fiorentina.
Ma questo è solo un caso tra tanti. Nel corso degli anni, molte altre Oasi Wwf hanno prodotto analoghi benefici, confermando che la natura, anche in caso di calamità naturali, è la nostra migliore alleata per la salvaguardia della popolazione. Non solo. Senza focalizzare l’attenzione soltanto sugli eventi estremi, è altrettanto sempre più evidente che importanti benefici vengono garantiti dalle zone umide e dalle foreste, che svolgono il ruolo di regolatori naturali del ciclo dell’acqua: la assorbono e la rilasciano gradualmente, contribuendo a stabilizzare il regime idrico locale e rappresentando preziosi alleati anche contro i periodi siccitosi. Ed è tutt’altro che da sottovalutare il ruolo giocato dalle Oasi nelle aree collinari e di montagna nel contrastare il dissesto idrogeologico: le chiome degli alberi proteggono il suolo dall’erosione causata dalle forti precipitazioni, mentre le radici rendono più stabili i versanti e meno probabili i fenomeni franosi. E non è finita qui. Boschi e foreste hanno la capacità di ridurre la temperatura media del suolo di diversi gradi grazia sia all’ombra generata che all’evaporazione e traspirazione favorita dalla vegetazione.
Di tutto ciò spesso ce ne dimentichiamo. Una buona occasione per ricordarcelo sono i week end che da qui al 5 giugno sono organizzati dal Wwf per la “Primavera delle Oasi”. Le aree protette gestite dall’associazione saranno aperte al pubblico e si animeranno di iniziative ed eventi. Qui è possibile consultare mappa e calendario degli appuntamenti e anche conoscere ancor più nel dettaglio tutti i benefici garantiti da queste preziose Oasi.
