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Nessun limite alla speranza di cambiare il nostro difficile mondo

 |  Editoriale

Siamo in un periodo drammatico di vero e proprio buio della ragione e il mondo umano sembra oggi trovarsi in una strana e complessa situazione di instabilità e precarietà, oserei dire soprattutto di salute mentale e culturale.

Ciò che oggi stupisce è un atteggiamento politico sempre più diffuso che attacca la conoscenza scientifica, incoraggia il negazionismo climatico e ambientale nel suo complesso e si oppone a chi fa ricerca su questi temi. Questo mina radicalmente la possibilità stessa di fare scienza, come sta accadendo in particolare negli Stati Uniti, da sempre simbolo di una straordinaria capacità di ricerca e cultura scientifica, riconosciuta in tutto il mondo.

La nuova amministrazione del presidente Donald Trump sta cercando in tutti i modi di contrastare la ricerca scientifica con l'obiettivo di sostituire i principi fondamentali di come si fa scienza con gli approcci e le visioni della propria ideologia politica.

Si tratta di un approccio devastante che aumenta l'ignoranza di gran parte della popolazione.

Oggi, purtroppo, assistiamo a una diffusa ignoranza scientifica, all'esercizio del negazionismo e alla creazione di piattaforme che producono vere e proprie false verità, come QAnon con le sue teorie del complotto.   

Si tratta di una questione estremamente importante che agisce, soprattutto attraverso i social media, in un mondo globalizzato in cui gli straordinari progressi scientifici degli ultimi decenni (in tutte le discipline dell'astrofisica, della fisica, della chimica, della biologia, della genetica ecc.) e le loro crescenti e fondamentali interrelazioni (in particolare nelle scienze del sistema Terra) sono ignorati dalla stragrande maggioranza del mondo politico ed economico, per non parlare dell'ignoranza presente su questi temi nella stragrande maggioranza delle popolazioni di tutti i Paesi.

A questo problema è collegato il diffuso analfabetismo funzionale o di ritorno. Ad esempio, il rapporto 2024 del Programma per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti (PIAAC) dell'OCSE, un'indagine sulle competenze degli adulti, dimostra la presenza e in alcuni casi la crescita dell'analfabetismo in vari Paesi. Le competenze misurate nell'indagine sono essenziali per gli individui per operare nella vita quotidiana e partecipare pienamente all'economia e alla società. Esse comprendono la lettura e la comprensione di testi scritti (literacy), la capacità di comprendere e utilizzare informazioni matematiche e numeriche (numeracy) e la capacità di risolvere problemi in situazioni dinamiche in cui le soluzioni non sono immediatamente evidenti (adaptive problem solving). I risultati evidenziano che un “analfabetismo di ritorno” come quello degli anni Cinquanta incombe sulla nostra società attuale, ad esempio, in Italia.

Inoltre, nutriamo numerose preoccupazioni sullo stato di salute mentale della popolazione. Come ci ricorda l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la salute mentale è uno stato di benessere psichico che consente alle persone di far fronte agli stress della vita, di realizzare le proprie capacità, di imparare e lavorare bene e di contribuire alla propria comunità. Come scrive l'OMS, “è una componente integrante della salute e del benessere che è alla base delle nostre capacità individuali e collettive di prendere decisioni, costruire relazioni e plasmare il mondo in cui viviamo”. La salute mentale è un diritto umano fondamentale. Ed è fondamentale per lo sviluppo personale, comunitario e socio-economico. La salute mentale è più dell'assenza di disturbi mentali". L'OMS pubblica rapporti annuali sull'argomento, così come altri gruppi di ricerca come il Global Mind Project.

Ciò è particolarmente preoccupante quando tutti i più importanti documenti prodotti negli ultimi decenni sul rapporto tra l'Homo sapiens e la natura, da parte delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali, basano le loro conclusioni sulla ricerca fondamentale che si attua nella scienza del sistema Terra Earth System Science), compresa l'importantissima enciclica “Laudato sì” pubblicata nel 2015 dallo straordinario Papa Francesco, purtroppo recentemente scomparso. Questo documento si rivolge a tutta l'umanità per realizzare un'ecologia integrale. Si è basato su precedenti workshop e incontri di diversi importanti scienziati della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, e nella conferenza stampa di presentazione della “Laudato si'” in Vaticano, uno dei relatori è stato Hans Joachim Schellnhuber, scienziato di grande fama con decenni di esperienza su questi temi e membro del Club di Roma.

L'obiettivo della scienza del sistema Terra è proprio quello di ottenere una comprensione scientifica dell'intero sistema del nostro pianeta su scala globale, descrivendo come si sono evolute le parti che lo compongono e le loro interazioni, come funzionano e come si prevede che continueranno a evolversi su tutte le scale temporali. La sfida è quella di sviluppare la capacità di prevedere i cambiamenti che si verificheranno, sia dal punto di vista dei fenomeni naturali che in risposta ai grandi cambiamenti globali indotti dall'attività umana (vedi National Research Council, 1986, Earth System Science: A program for Global Change, The National Academy Press).

La maggior parte del mondo dell'istruzione e la nostra cultura dominante in tutto il mondo considerano l'Homo sapiens al di sopra e addirittura al di fuori della natura. Questa visione problematica è presente in modo significativo nel mondo della politica, dell'economia e degli affari. Questo è di fatto l'approccio di base del sistema economico odierno. Al contrario, la scienza interdisciplinare del sistema Terra costituisce la base scientifica della sostenibilità e indica le basi per la strada di un mondo veramente sostenibile.

Per contenere gli effetti negativi del negazionismo scientifico, dell'analfabetismo di ritorno e della mentalità che allontana l'uomo dalla natura, credo sia necessario un grande impegno nella promozione e nell'attivazione dell'apprendimento permanente, lungo l’arco di tutta la vita (lifelong learning) soprattutto per promuovere la sostenibilità. È fondamentale un'azione capillare per diffondere gli approcci all'apprendimento permanente.

Abbiamo inoltre bisogno di una mobilitazione senza precedenti per una presenza umana sulla Terra che sia totalmente sostenibile non solo dal punto di vista ambientale ma anche da quello sociale, soddisfacendo i bisogni essenziali per una vita dignitosa per ogni essere umano. 

Nel 1979, Aurelio Peccei, fondatore e primo presidente del Club di Roma, stimolò la produzione del rapporto “No Limits to Learning” (tradotto in italiano “Imparare il futuro”). Un nuovo rapporto su una nuova visione dell'apprendimento innovativo, dal titolo provvisorio “No limits to hope” (Nessun limite alla speranza), è ora in corso di realizzazione. Non abbiamo futuro se non abbiamo una speranza illimitata di cambiarlo. 

Gianfranco Bologna

Naturalista e ambientalista, è Presidente Onorario della Comunità Scientifica del WWF Italia, Full member del Club of Rome, Segretario generale della Fondazione Aurelio Peccei, e membro della Consulta dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Da oltre 50 anni opera nel campo culturale, divulgativo, didattico, formativo, progettuale della sostenibilità e della conservazione della natura, in particolare nel WWF Italia, dove ha svolto anche il ruolo di Segretario generale e di Direttore Scientifico. Ha svolto e svolge attività didattiche in diverse Università. E’ membro del Comitato sul capitale naturale presso il Ministero dell’Ambiente. Ha scritto diversi volumi sulla natura e la sostenibilità, tra i quali “Manuale della sostenibilità. Idee, concetti, nuove discipline capaci di futuro” (2005) mentre l’ultimo è “Noi siamo natura. Un nuovo modo di stare al mondo” (2022). Ha curato le edizioni italiane di oltre 150 volumi di autori fondamentali per la cultura della sostenibilità a livello mondiale.