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Per contrastare l’anti sostenibilità e l’anti scienza della politica

 |  Editoriale

Oggi in numerose parti del mondo ci troviamo in una situazione politica veramente drammatica, con la progressiva crescita e diffusione di visioni sovraniste, nazionaliste, populiste, autocratiche, che addirittura si basano sulla negazione delle evidenze scientifiche che da decenni ci documentano il pesantissimo impatto della nostra specie sugli equilibri dinamici del nostro pianeta, impatto che mina le possibilità stesse di un nostro futuro vivibile.

Tutto ciò ha luogo in un quadro della relazione Homo sapiens – Natura che non fa altro che aggravarsi di anno in anno, come dimostrano tutte le ricerche scientifiche svolte in tutto il mondo e che sono state di nuovo ulteriormente precisate nello statement finale della recentissima seconda conferenza internazionale sui Tipping Points (i punti critici che il sistema Terra rischia di sorpassare a causa dell’intervento umano conducendoci in situazioni difficilissime da gestire) tenutasi alla Exeter University in Gran Bretagna con i maggiori scienziati che si occupano del tema. Lo statement ci ricorda che: «Per prevenire i punti critici del sistema climatico è fondamentale ridurre al minimo sia l'entità che la durata del superamento della temperatura di 1,5°C. Ogni anno e ogni frazione di grado al di sopra di 1,5°C é importante. Per ridurre al minimo l'overshoot, le emissioni globali di gas serra devono essere dimezzate entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010, il che richiede un'accelerazione senza precedenti della decarbonizzazione. Solo in questo modo il mondo potrà raggiungere le emissioni nette zero in tempo per raggiungere il picco delle temperature globali ben al di sotto dei 2°C e iniziare a tornare a 1,5°C e poi al di sotto. Ciò richiederà anche un'accelerazione della rimozione sostenibile del carbonio dall'atmosfera».

In questa situazione la creazione e la diffusione di fake news e fake truths (informazioni false e false verità) sta drammaticamente dilagando in tutto il mondo, fortemente appoggiate e spinte proprio da queste visioni politiche e si stanno infliggendo danni gravissimi alla scienza e alla ricerca scientifica, come sta facendo chiaramente Donald Trump negli Stati Uniti che, con la sua legge finanziaria, ha fatto ridurre i finanziamenti alla National Science Foundation (NSF) dai poco più di 9 miliardi di dollari a circa 3,9, poi quelli all’area scientifica della NASA di circa il 50%, ambito nel quale il famoso Goddard Institute for Space Studies (GISS) che è stato diretto per tanti anni dal grande climatologo James Hansen che nel 1988 dichiarò, in un’audizione al Senato USA, che era ormai in atto un importante cambiamento climatico dovuto all’intervento umano, nonché ai National Institutes of Health che hanno un ruolo di grande valore internazionale per le ricerche nel campo medico  e in quello dei vaccini, e poi la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), importantissimo ente di ricerca di fama internazionale e l’Environmental Protection Agency (EPA) che costituisce il ministero dell’ambiente USA.

Tutto questo con il titolo «Ending the Green New Scam», cioè «farla finita con la truffa verde».

Le frasi «la bugia verde», «la truffa verde», e tante altre simili continuano ad essere utilizzate con frequenza da politici, giornalisti, personaggi vari, in articoli, libri, trasmissioni televisive, social, ecc. Si cerca continuamente di minare nell’opinione pubblica le basi culturali e scientifiche che sono le fondamenta del concetto di sostenibilità, formatosi sin dagli anni Sessanta del secolo scorso, in particolare con le prime conferenze delle Nazioni Unite dedicate al tema, come la prima conferenza ONU sull’ambiente umano tenutasi a Stoccolma nel 1972. Un concetto rafforzatosi scientificamente con il supporto di numerose scienze e delle loro capacità di integrazione, in particolare, delle scienze del sistema Terra (Earth System Science) che hanno ricavato risultati importantissimi da alcuni significativi avanzamenti tecnologici quali, ad esempio, i satelliti da telerilevamento che ci forniscono un incredibile quantità di dati sullo stato di salute della Terra e i computer, oggi sempre più mega supercomputer, capaci di elaborazioni straordinarie in tempi incredibilmente brevi.     

Perciò non a caso, in vista della 30°COP sul clima che si terrà a Belem nell’Amazzonia brasiliana nel prossimo novembre, è stata avviata dall’UNESCO una Global Initiative for Information Integrity on Climate Change (anche sul sito UNESCO) mentre l’IPIE (International Panel on the Information Environment) ha pubblicato recentemente un rapporto dal titolo “Facts, fakes, and climate science: Recommendations for improving information integrity about climate issues”.

Inoltre persino la Pontificia Accademia delle Scienze che annovera famosi scienziati di tutti i campi scientifici e tra questi molti grandi esperti di scienze del clima e del sistema Terra, ha pubblicato il 16 giugno scorso un interessantissimo statement dal titolo “Protecting Freedom of Science and Preventing Distortion of Scientific Truth”.

Un attacco così pesante e organizzato ai concetti e alle conoscenze fondamentali della sostenibilità non si era sino ad ora mai visto a questi livelli ed è impossibile fare finta di nulla e non organizzare una reazione degna della gravissima situazione che stiamo vivendo.

Come si possono contrastare queste visioni e queste impostazioni che costituiscono l’esatto contrario dei principi di una condivisione politica ed economica responsabile, equa e giusta del bene comune costituito dal pianeta Terra?

Credo sia ormai giunto il momento di una sorta di mobilitazione permanente che metta insieme, come non sembra mai essere avvenuto sino ad ora, la società civile e la società scientifica organizzata, in una sorta di Stati Generali Permanenti della Sostenibilità.

L’obiettivo principale degli Stati Generali Permanenti della Sostenibilità, dovrebbe essere costituito proprio dalla capacità collettiva (mettendo insieme tante forze e tante conoscenze variegate) di svolgere una funzione “permanente” di continua promozione e diffusione corretta dei fondamenti della sostenibilità e della conoscenza scientifica che ci consente di affermare lo stato di pericolo in cui si trova il rapporto Homo sapiens – natura e le possibilità concrete e operative per sorpassarlo.

Questa azione dovrebbe essere affiancata da un’attività “permanente” di segnalazione e di chiarimento documentato per contrastare la diffusione di fake news e fake truths, aggiungendo la peculiarità di un’unione delle forze dedicate a informare al meglio l’opinione pubblica di quei provvedimenti politici che, di fatto, costituiscono il contrario di quello che dovrebbe essere attuato per garantire un mondo vivibile a tutte e tutti e, in primis, alle giovani generazioni.  

Abbiamo inoltre un grande bisogno dell’incremento e del rafforzamento di ogni iniziativa che mira a favorire il lifelong learning, l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, da dedicare proprio alla sostenibilità. Solo per indicare un esempio, il WWF Italia ha avviato da qualche anno una piattaforma web gratuita in merito, definita One Planet School, ricca di stimoli variegati da “lezioni” video strutturate, segnalazione di eventi e di pubblicazioni, messa a disposizione di pdf di importanti rapporti, ecc.

Il recente inserimento nella nostra Carta costituzionale nell’art.9 tra i principi fondamentali della Repubblica Italiana de «la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni» e, nell’art.41 dell’inserimento in merito all’attività economica, della frase che non possa svolgersi «in modo da recare danno alla salute e all’ambiente» e che possa essere indirizzata anche «a fini ambientali», oltre ai già previsti fini sociali, ci rafforza chiaramente nell’avviare, in un momento così delicato per la costruzione del nostro futuro, gli Stati generali permanenti della Sostenibilità.

Gianfranco Bologna

Naturalista e ambientalista, è Presidente Onorario della Comunità Scientifica del WWF Italia, Full member del Club of Rome, Segretario generale della Fondazione Aurelio Peccei, e membro della Consulta dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Da oltre 50 anni opera nel campo culturale, divulgativo, didattico, formativo, progettuale della sostenibilità e della conservazione della natura, in particolare nel WWF Italia, dove ha svolto anche il ruolo di Segretario generale e di Direttore Scientifico. Ha svolto e svolge attività didattiche in diverse Università. E’ membro del Comitato sul capitale naturale presso il Ministero dell’Ambiente. Ha scritto diversi volumi sulla natura e la sostenibilità, tra i quali “Manuale della sostenibilità. Idee, concetti, nuove discipline capaci di futuro” (2005) mentre l’ultimo è “Noi siamo natura. Un nuovo modo di stare al mondo” (2022). Ha curato le edizioni italiane di oltre 150 volumi di autori fondamentali per la cultura della sostenibilità a livello mondiale.