Skip to main content

Nessun accordo sulla guerra in Ucraina, ma tra Putin e Trump emergono possibili intese per lo sfruttamento energetico dell'Alaska e delle materie prime critiche ucraine

 |  Editoriale

Dopo l’atteso vertice ad Anchorage, in Alaska, tra Donald Trump e Vladimir Putin e nonostante le dichiarazioni rilasciate nelle ore precedenti dal presidente americano, l’incontro si è concluso senza alcun accordo sull’Ucraina, anche se Trump, nel suo stile magniloquente, ha parlato di «progressi significativi»; ricordiamo per dovere di cronaca che i due leader non s’incontravano dal 2019, e il rinnovata legittimazione sul palcoscenico internazionale da parte dell’amministrazione Usa è semmai un successo per il presidente Putin.

Autorevoli fonti americane lasciano chiaramente trasparire che nell’ambito di un agognato cessate il fuoco in Ucraina, Trump avrebbe proposto a Putin l'accesso a risorse naturali dell'Alaska e accettare lo sfruttamento russo delle materie prime critiche presenti nelle zone dell'Ucraina controllate da Mosca.

Secondo quanto riportato dai media russi, compresa la “Tass”, la questione “Mar Artico” viene annoverata tra gli argomenti principali dell’intero vertice; infatti, la regione ricompresa nel Circolo polare artico rappresenta una priorità assoluta per Trump come del resto ha dimostrato l'approccio militaresco nei confronti della Groenlandia. Il presidente Putin, da parte sua, ha invitato gli Stati Uniti a collaborare a progetti di sfruttamento comuni sulle materie prime critiche.

L'Artico, inoltre, con le ingenti risorse “oil & gas”, potrebbe diventare il teatro d’elezione per lo sfruttamento delle importantissime ricchezze naturali, con una comune condivisione tra Usa e Russia dei relativi costi di produzione. In questo scenario di sfruttamento energetico delle fonti fossili occorre richiamare un episodio di inquinamento marino da petrolio greggio – il disastro della petroliera Exxon Valdez, che si incagliò nel Golfo dell'Alaska nel 1989 – che non ha solo segnato la normativa antinquinamento da navi petroliere con l’emanazione dell’Opa (Oil pollution act) da parte del governo degli Stati Uniti, ma diede anche una fortissima spinta per arrivare alla dismissione delle petroliere monoscafo e per accelerare l’introduzione delle più sicure navi a doppio scafo (double hull).

Questo disastro, sicuramente tra i più gravi spaventosi per l’ambiente marino – perirono milioni di specie animali e per lunghi decenni molte specie di uccelli e mammiferi scomparvero dalle aree interessate dall’inquinamento – ha segnato un punto di svolta importante, inducendo l’economia dello shipping a introdurre urgenti e costosissime innovazioni tecnologiche, in primis, l’eliminazione delle unità monoscafo, ritenute inadeguate al trasporto marittimo di idrocarburi.

Aver voluto richiamare disastri ambientali di questa gravità ha lo scopo d’indurre alla ponderata riflessione gli organi decisori americani e russi a considerare con la cautela e la prudenza necessarie quando si progettano e si programmano interventi volti ad intensificare lo sfruttamento delle fonti fossili in una zona del pianeta che ancora non conosciamo, e che per le stesse condizioni climatiche si presenta assai difficile da curare una volta che si verifichi lo sversamento di idrocarburi, come il caso Exxon Valdez con la fuoriuscita di 11 milioni di galloni di greggio ci ha dimostrato, imprimendo nelle coscienze degli americani e di tutti gli ambientalisti l’attenzione assoluta che deve essere prestata allo sfruttamento delle fonti fossili in quelle latitudini, suggerendo piuttosto la necessità – vista anche la crisi climatica in corso – di evitare l’avviamento di nuove attività.

Aurelio Caligiore, Ammiraglio Ispettore del Corpo della Guardia Costiera

Da oltre trent’anni Ufficiale della Marina Militare del Corpo della Guardia Costiera, l’Ammiraglio Ispettore Aurelio Caligiore è da sempre impegnato in attività legate alla tutela dell’ambiente. Nell’ultimo decennio è stato Capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di Porto (RAM) presso il ministero dell’Ambiente. Attualmente è Commissario presso la Commissione Pnrr-Pniec del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase).