Skip to main content

Ucraina, Gaza, Polonia: siamo a un passo dall’abisso, come nel 1914. L’allerta del presidente Mattarella: «Si può scivolare in un baratro di violenza incontrollata»

 |  Editoriale

Riportiamo di seguito alcuni stralci dell’intervento pronunciato dal presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, a margine dell’incontro con la presidente della Repubblica di Slovenia Nataša Pirc Musar. L’intervento integrale è disponibile qui.

Dall’Ucraina giungono segnali tutt’altro che rassicuranti. Allarmanti sempre di più. Di fronte ai tentativi di dialogo per giungere a un ‘cessate il fuoco’, a negoziare una pace giusta, duratura, definitiva, si vedono bombardamenti quotidiani, diurni e notturni, sulla popolazione civile ucraina.

Dall’altra parte - ne abbiamo parlato con la Presidente Pirc Musar – in Medio oriente la condizione rimane drammatica. Dopo la pagina oscura, drammaticamente nera nella storia dell’umanità, del 7 di ottobre, con ostaggi ancora detenuti da Hamas in maniera davvero inammissibile, vi sono delle condizioni appalesate come sempre più inaccettabili e di dimensioni tragiche.

Quello che avviene a Gaza non è accettabile: una popolazione intera ridotta alla fame è una condizione che la comunità internazionale e le coscienze individuali non possono accettare. Così come non è accettabile l’intenzione di espellere dal proprio territorio una popolazione. O quella di occupare territori dell’Autorità palestinese in Cisgiordania, rendendo impossibile una soluzione politica definitiva in quella regione, che è a vantaggio di tutti, anche della sicurezza di Israele.

In tutto questo è fondamentale il ruolo delle Nazioni Unite. E noi apprezziamo molto il ruolo che la Slovenia sta svolgendo come componente del Consiglio di sicurezza dell’ONU, per riaffermare, nella vita internazionale, una propensione al dialogo, al rendersi conto delle esigenze altrui, a trovare soluzioni che non siano dovute alla forza delle armi, ma siano dovute alla convivenza civile e pacifica tra i Paesi.

È questo che accomuna Slovenia e Italia, e di questo abbiamo parlato in pieno accordo, la Presidente ed io.

Per quanto riguarda quanto è avvenuto in Polonia – gravissimo - faccio anche io riferimento a quanto ha affermato la NATO, che non interpreta come un’aggressione quel gravissimo episodio di droni giunti in Polonia. Naturalmente ricordo che non è la prima volta che questo avviene, in Paesi confinanti con la Russia. Aggiungo anch’io che la uguale preoccupazione induce quanto avvenuto in Qatar. Come ha detto la Presidente del Consiglio italiana, la solidarietà nei confronti del Qatar, ed inaccettabile che si violi così la sovranità di un altro Paese. Ma al di là del contenuto, della portata dei due gravi episodi quel che crea allarme è il fatto che ci si muove su un crinale in cui, anche senza volerlo, si può scivolare in un baratro di violenza incontrollata.

Quando ero ragazzo ho letto uno dei primi libri di storia sullo scoppio della Prima Guerra Mondiale, sul luglio 1914, che forse nessuno voleva far scoppiare, ma l’imprudenza dei comportamenti - come spesso è avvenuto nella storia - provoca conseguenze poi non scientemente volute, ma ugualmente provocate dai comportamenti che si mettono in campo. Per questo è di gravissima responsabilità quel che avviene.

E quanto avvenne in Ucraina sta accentuando queste prospettive gravi. Le dichiarazioni frequenti, anche odierne, che vengono dal Cremlino, minacciose nei confronti di Paesi europei sono un elemento che induce all’allarme.

Per questo noi contiamo molto su quanto può fare l’Unione europea con l’aspirazione alla pace che la contraddistingue, e nell’ambito dell’Onu, cercando di restituire a quell’organismo, a quella organizzazione, il peso che in altri momenti ha avuto, perché vi sia un freno.

Perché – ripeto – al di là dei singoli episodi, comunque gravi, il rischio estremamente alto è che, senza rendersene conto, si scivoli, non in un allargamento, in un conflitto di dimensioni inimmaginabili e incontrollato.

Sergio Mattarella

Sergio Mattarella è nato a Palermo il 23 luglio 1941. Laureato con lode in Giurisprudenza, ha insegnato diritto parlamentare presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Palermo fino al 1983, anno in cui è stato collocato in aspettativa perché entrato come parlamentare alla Camera dei Deputati, di cui ha fatto parte sino al 2008. Nelle elezioni politiche del 2008 non si è ricandidato e ha concluso la sua attività politica. Il 31 gennaio 2015 è stato eletto dodicesimo Presidente della Repubblica, e rieletto il 29 gennaio 2022.