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Quanto costerebbero le bonifiche in Italia? Finalmente qualche numero

 |  Editoriale

Il mondo delle bonifiche dei siti inquinati è stato finora analizzato e descritto quasi esclusivamente sul piano tecnico, legislativo e ambientale. Un recente rapporto di Ispra riporta dati puntuali (sebbene fermi al 2021), ma il settore non è stato analizzato dal punto di vista economico. Pochi gli studi sul valore economico del danno ambientale, alcuni dati disponibili sui finanziamenti disponibili, ma quasi del tutto assente è l’analisi di quanto costi una bonifica e una messa in sicurezza.

Ieri a Ferrara, nel corso di Remtech 2025, c’è stata però una novità importante: è stato presentato il primo rapporto sui costi delle bonifiche, promosso da Remtech, finanziato da un gruppo di aziende del settore e scritto dal Laboratorio Ref Ricerche di Milano. Si tratta di una prima analisi, su una base campionaria ancora non ampia, ma che contiene alcune prime conclusioni di natura economica.

Il Rapporto (200 pagine) in realtà rappresenta un’analisi dettagliata del settore, sul piano giuridico, della pianificazione esistente, delle tecnologie disponibili, dei finanziamenti utilizzati e disponibili. Ma il cuore del Rapporto riguarda l’analisi di mercato.

Come già accennato la ricerca si basa su una base informativa limitata, ma era quella disponibile. Il campione è fatto di 38 bandi di gara analizzati, più 34 schede informative trasmesse dagli operatori del settore. Un campione quindi non statisticamente stratificato. La numerosità e distribuzione dei dati del campione è infatti molto diversificata e non consente analisi di cluster più piccoli legati a specifiche caratteristiche della bonifica o messa in sicurezza (dimensione, tecnologia utilizzata, stato di avanzamento).

Il termine “bonifica” e messa in sicurezza caratterizza infatti interventi molto diversi fra loro (da molto piccoli a molto estesi) e anche la differenziazione di costo a metro quadro è quindi rilevante. Per questo i dati sono espressi in forbici di valori.

Nel dettaglio, il valore di costo a metro quadro mediano è di 162 euro/metro quadro ed è collocato all’interno di una forbice (25°-75° percentile) compresa fra 62 e 500 euro/metro quadro.

Conseguentemente, sulla base dei metri quadri oggetti di bonifica nella pianificazione, il valore di mercato nazionale è risultato pari ad una forbice compresa fra 43 e 92 miliardi di euro, per 13,4-29 di competenza di soggetti pubblici e per 29,5-65 di competenza di soggetti privati. La spesa annuale media attesa – andando al di là della semplice media aritmetica, tenendo conto dell’attuale stato d’avanzamento del parco progetti analizzato – è di circa 5 miliardi di euro per i prossimi 10 anni (un terzo a carico di soggetti pubblici), sufficienti a bonificare tutti i siti ufficialmente censiti lungo lo Stivale: sia i Siti d’interesse nazionale (Sin) sia le decine di migliaia di Siti d’interesse regionale (Sir).

È necessario ricordare che questa stima nasce dallo studio di un campione dati ancora piccolo, ed è dunque soggetta ad ampia incertezza, ma è comunque un buon dato di partenza. Si tratta di una mole rilevante di risorse, e i soggetti pubblici dovranno trovarle nelle varie linee di finanziamento, a partire dai prossimi fondi strutturali europei. Ma su base annua si tratta di un costo forse compatibile con un piano nazionale di spesa che riesca finalmente, anche grazie al lavoro del Commissario nazionale alle bonifiche, ad affrontare questo gigantesco problema nazionale. È infatti in arrivo la nuova direttiva europea sul Suolo, che ci obbligherà a darci una mossa.

Si tratta di un valore ancora approssimativo, che dà una prima dimensione del fenomeno. I promotori dell’iniziativa hanno promesso che il prossimo Rapporto sarà basato su un campione di dati molto più ampio, con l’obiettivo quindi di passare da una forbice “generalista”, a dati di costo più riconducibili alle diverse caratteristiche di ogni bonifica o messa in sicurezza.

 

Andrea Sbandati

Andrea Sbandati è senior advisor di Confservizi Cispel Toscana (l’Associazione regionale delle imprese di servizio pubblico), dopo esserne stato Direttore fino a novembre 2024. È esperto senior nella regolazione economica della gestione dei rifiuti urbani e dei servizi idrici (sistemi tariffari, piani industriali, benchmark), come nella organizzazione dei servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporti, energia, altro). Ricercatore senior nel campo della gestione dei rifiuti e dell'acqua, docente in Master di specializzazione nella regolazione economica dei servizi ambientali locali (Sant'Anna, Turin school of regulation). Da venti anni coordinatore ed esperto di progetti di assistenza tecnica e cooperazione internazionale nei servizi pubblici locali (Medio Oriente, Africa, Sud America).