Democrazie in difficoltà: la metà dei toscani non ha eletto il Presidente. In attesa del risultato finale questa è, per ora, l’unica certezza
È la dodicesima volta che i toscani sono chiamati a eleggere i propri rappresentanti in Consiglio Regionale. L’hanno fatto per la prima volta nel 1970 e andò alle urne il 95,9% degli elettori. Praticamente tutti. Un’affluenza che nel corso degli anni si sgretola, ma con lentezza; nel 2006 il dato fu ancora dell’87,4%, nel 2020 era già del 62,6% ma il punto più basso lo si era toccato nel 2015 con il 48,2%, la prima volta in cui la metà dei toscani dimostrò disinteresse per l’elezione regionale.
Ovviamente ogni elezione fa storia a sé, come ricorda Antonio Floridia, c’è quella abbinata ai referendum, c’è la volta in cui si vota in più regioni contemporaneamente (a proposito perché non si è fatto?), un po' meno attendibili sono le annotazioni relative al clima o alla stagione, mentre per le regionali va tenuto presente che la quota destinata ai residenti all’estero (200.000 elettori) ingrosserà certamente la quota dell’astensionismo visto che non si potrà praticare il voto per corrispondenza.
Detto questo e col dato sull’affluenza fermo alle ore 12 di lunedì 13 ottobre possiamo dire con relativa certezza che il nuovo presidente della Regione Toscana sarà eletto dalla metà, forse meno, degli aventi diritto e per come la si voglia vedere non è un buon segnale.
Il risultato che si dà per certo non ho invogliato gli elettori? Non è andata diversamente nelle Marche e in Calabria dove il risultato sembrava più incerto, visto che nel primo caso è andato alle urne il 50,1% degli aventi diritto e nel secondo solo il 47%.
È vero invece che alle regionali va peggio che alle politiche, apparentemente un paradosso visto che qui si tratterebbe di votare per qualcosa e qualcuno che dovremmo sentire più vicino, ma forse anche questo non è percepito come tale.
Resta infine l’amara constatazione di un sistema democratico in crisi che non riesce a coinvolgere gran parte dei proprio cittadini in quello che è l’atto fondamentale di una democrazia rappresentativa. Ormai solo nel nord Europa vota più del 70% del corpo elettorale, Francia, Italia, Svizzera, Spagna oscillano tra il 50 e il 60% o lo superano di poco.