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Meno volontari, ma cresce l’interesse per l’ambiente. In dieci anni la partecipazione è diminuita del 3,6%, in tanti scelgono la protezione civile

 |  Editoriale

L’indagine ISTAT sul mondo del volontariato scatta una fotografia ogni dieci anni e quella appena uscita confronta i dati sulla partecipazione nel 2023 con quelli del 2013. Colpisce subito il dato in negativo visto che il numero di volontari attivi è sceso del 3,6%. Un po' meno al nord che al centro e al sud ma il calo è generalizzato.

Resta comunque un grande popolo quello che ogni giorno si dedica al bene altrui, circa 4,7 milioni di persone (il 9,1% della popolazione sopra i 15 anni). L’indagine mette in evidenza anche come il mondo del volontariato sia cambiato in questi anni con meno impegno sul fronte religioso (-5,8%), sportivo (-1,9%) e sanitario (-1,3%) ma in quest’ultimo caso occorre tenere presente che in questo arco di tempo abbiamo vissuto la tragedia della pandemia. Dove cresce invece l’impegno? Nella cultura (+6,4%) ma soprattutto nella protezione civile (+7,7%) e nell’ambiente (+1,7%). Le donne continuano a essere più disponibili così come chi ha un titolo di studio più elevato.

D questo rinnovato impegno verso l’ambiente hanno beneficiato le tante associazioni ambientaliste in Italia. Quelle riconosciute ai sensi della legge del 1986 sono 86, le principali Legambiente (oltre 100.000 soci), WWF, Greenpeace, FAI, LIPU. I volontari si possono dedicare alla pulizia di spiagge, parchi e fiumi, al monitoraggio degli animali, alle visite guidate ma per meglio impiegare i volontari le associazioni organizzano veri e propri corsi di formazione o campi di volontariato. Ovviamente si può partecipare alle campagne di mobilitazione, ai festival e a tanti progetti sia in Italia che all’estero.

Maurizio Izzo

Giornalista, responsabile comunicazione di una azienda che si occupa di produzioni video, organizzazione di eventi, multimedia. Ho prodotto numerosi documentari sulla cooperazione internazionale.