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Flash mob del Cigno verde nel capoluogo campano

Il caldo non è uguale per tutti: a soffrire di più è chi vive in quartieri periferici e a basso reddito

La denuncia di Legambiente, a Napoli per la campagna nazionale “Che caldo che fa! Contro la cooling poverty: città + fresche, città + giuste”. Monitorati i quartieri di Secondigliano e Vomero con 34 termografie: il primo registra una media dell’aria di 39,7°C e un picco al suolo di 81,2°C, il secondo rispettivamente 36,6°C e 76,2°C. A penalizzare è la mancanza di aree verdi e infrastrutture adeguate, oltre alla povertà energetica
 |  Crisi climatica e adattamento

Nonostante i temporali che hanno investito l’Italia nelle ultime giornate, il caldo non dà tregua. I disagi per le alte temperature non sono però uguali per tutti. A pagare il prezzo più alto della crisi climatica innescata dalle attività umane con serie ripercussioni sulla salute sono soprattutto i quartieri più periferici e a basso reddito, esposti alla cooling poverty (povertà di raffrescamento), la povertà energetica che impedisce di mantenere ambienti freschi e vivibili, sia in casa (per mancanza di accesso a impianti di climatizzazione), che negli spazi pubblici (per assenza di infrastrutture, spazi verdi e servizi adeguati).

A denunciare questa situazione è Legambiente, che in occasione della seconda tappa della nuova campagna nazionale “Che caldo che fa! Contro la cooling poverty: città + fresche, città + giuste”, realizzata con il supporto di Banco dell’Energia e in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, ha organizzato un flash mob a Napoli in piazza Montesanto, installando un termometro gigante per lanciare un messaggio chiaro: «Siamo al limite. Ebollizione globale». Un’azione simbolica che rispecchia gli obiettivi della campagna in cinque tappe (Roma, Napoli, Bologna, Milano, Palermo): chiedere alle amministrazioni interventi mirati e concreti per rendere le città e le periferie più vivibili, giuste e resilienti al caldo estremo, proteggendo la salute della cittadinanza, in particolare delle fasce sociali più vulnerabili. 

Al termine del flash mob – che ha visto la presenza di Laura Lieto, Vicesindaca Comune di Napoli e i rappresentati delle municipalità coinvolte – l’associazione ambientalista ha presentato i risultati delle 34 termografie, realizzate tra il 1° e il 2 luglio, nelle ore più calde della giornata, nei quartieri Vomero e Secondigliano, analizzando servizi, aree verdi, spazi d’ombra, trasporti e infrastrutture blu e grigie su circa 1 km². Nel caso del Vomero – quartiere collinare residenziale a nord ovest con un reddito medio superiore a 41.000 euro annui – la temperatura media dell’aria registrata in 9 punti monitorati è di 36,6°C, con un picco al suolo di 76,2°C nei pressi di una fontanella di Piazza Medaglie d’Oro. Il Parco Mascagna emerge come un’oasi urbana più fresca, con temperature al suolo e dell’aria di 27°C e 32,4°C rispettivamente, grazie a una progettazione verde efficace. Zone come via Luca Giordano e Villa Floridiana risultano ben ombreggiate e vivibili, mentre l’ingresso del Pronto Soccorso Santobono è tra le aree più critiche, con asfalto a oltre 60°C e aria a 42,9°C. Nel quartiere Secondigliano – uno dei quartieri a più alta densità della periferia nord di Napoli e tra i più fragili economicamente, con un reddito medio di circa 17.000 euro annui – la temperatura media dell’aria rilevata in 6 punti è più alta: 39,7°C. Il valore massimo al suolo che si è toccato è nel Parco San Gaetano Errico, con 81,2°C nell’area giochi esposta al sole. Nonostante il recente rinnovo, la scarsa ombreggiatura e irrigazione del parco ne compromettono la vivibilità durante le ore più calde. Via Dante, completamente esposta al sole durante la quasi totalità della giornata e caratterizzata dalla presenza di un singolo albero, ha registrato una temperatura di 36,3°C aria e 34,7°C suolo.

In sintesi, dalla fotografia scattata da Legambiente, emerge che, se è vero che nessun quartiere è immune alle ondate di calore, le condizioni per affrontarle sono molto diverse in termini di infrastrutture verdi, blu, grigie e sul fronte mobilità. Infatti, mentre il Vomero conta 99 aree verdi, una piscina, 4 fontane, 3 portici e un sistema di trasporto pubblico ben sviluppato (3 fermate metro, 3 funicolari, 22 fermate bus), Secondigliano conta solo 6 aree verdi, nessuna fontanella o piscina, né portici o coperture artificiali e solo 12 fermate bus.

Alla luce di ciò, il Cigno Verde indirizza alle amministrazioni sei proposte per contrastare la cooling poverty nei quartieri più vulnerabili: 1) Una governance climatica integrata, con una Strategia e un Piano di Adattamento e un Ufficio Clima dedicato, per coordinare le politiche urbane e attuare azioni efficaci contro il caldo estremo, a partire dai quartieri più fragili; 2) Affiancare al nuovo Piano Urbanistico Comunale (Puc) un Regolamento Edilizio sostenibile, che imponga superfici permeabili, risparmio idrico, recupero delle acque meteoriche e materiali e colorazioni adeguati, promuovendo infrastrutture verdi e blu per favorire l’adattamento climatico in tutte le nuove costruzioni e ristrutturazioni; 3) Integrare il PUC con il Piano del Verde Urbano, puntando su forestazione urbana, infrastrutture verdi e blu e connessione ecologica tra città e aree rurali, dando priorità alle periferie carenti di verde e garantendo al contempo manutenzione agli spazi esistenti con metodi innovativi e sostenibili; 4) Promuovere e coordinare interventi con enti e aziende, come quelle dei trasporti, per aumentare l’ombreggiatura delle fermate e dei parcheggi pubblici tramite piante, tende e tettoie fotovoltaiche. Con l’Abc (Acqua Bene Comune, servizi idrici comunali) mettere a punto il potenziamento di fontanelle pubbliche e l’attivazione di sistemi di nebulizzazione nelle piazze più esposte al sole; 5) La creazione di centri di raffrescamento naturali e artificiali in ogni quartiere, arrivando a una loro mappatura e valorizzazione con attività culturali e servizi di prossimità, accompagnando questo percorso da campagne di comunicazione per informare e tutelare le persone più a rischio durante le ondate di calore; 6) L’adozione di un approccio integrato per le politiche di adattamento climatico, per identificare e sostenere le aree urbane più vulnerabili, evitando di ampliare le disuguaglianze sociali.

«L’alternanza repentina di ondate di calore, piogge torrenziali e grandinate violente che sta tenendo sotto scacco l’Italia non sono sintomo di un clima impazzito, ma di crisi climatica – dichiara Mariateresa Imparato, responsabile giustizia climatica Legambiente –. Nonostante le piogge delle scorse ore, le ondate di calore non lasciano la presa sul Sud e Napoli. Oggi siamo in piazza per sensibilizzare sul tema, poco conosciuto, della cooling poverty: una nuova frontiera della disuguaglianza urbana implementata dalla crisi climatica che, a Napoli, come in molte altre città, assume sempre più spesso i connotati di un’emergenza sociale. Se è vero che il caldo infatti non risparmia nessuno, in molti quartieri le famiglie non riescono a difendersi, né nelle case, per mancanza di accesso a impianti di climatizzazione, né negli spazi pubblici, per mancanza di infrastrutture, spazi verdi e servizi adeguati. Il diritto a un ambiente salubre e vivibile non può essere un privilegio: il clima non aspetta, servono politiche urgenti e mirate per garantire accesso al raffrescamento, interventi sul verde urbano e un ripensamento degli spazi collettivi. Le risorse del Piano Sociale per il Clima andrebbero distribuite con questo approccio, sostenendo le famiglie vulnerabili». 

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.