
Come i topi hanno conquistato le nostre case 6.500 anni fa

Come gli Homo sapiens, il topo comune (Mus musculus sp.) si è diffuso in tutto il mondo, diventando così la specie di roditore più invasiva. Lo studio "Tracking the Near Eastern origins and European dispersal of the western house mouse", pubblicato recentemente su Scientific Reports da un team dei ricercatori di 8 Paesi (Francia, Australia, Germania, Grecia, Iran, Regno Unito, Romania e Usa) guidato da Thomas Cucchi del Laboratoire Archéozoologie, archéobotanique - sociétés, pratiques et environnements (Aaspe) del CNRS/Muséum national d'Histoire naturelle svela come le attività umane abbiano favorito l’insediamento e la diffusione dei topolini nel corso degli ultimi 20.000 anni e come siano arrivati dal Medio Oriente all’Europa circa 4.000 anni fa.
All’Aaspe spiegano che « Il topo domestico, attualmente ubiquitario quanto l'uomo, è senza dubbio la specie di roditore più invasiva. Grazie al suo comportamento commensale con l’uomo, ha potuto beneficiare della crescente successo delle attività e delle migrazioni umane nel corso della storia, per colonizzare l'intero pianeta». Per ricostruire la storia dell’invasone biologica del Mus musculus i ricercatori hanno analizzato più di 840 resti di topi provenienti da 43 siti archeologici europei e mediorientali e sono stati così in grado di dimostrare che «La sedentarizzazione delle società natufiane 15.000 anni fa, ha permesso l’emergere del comportamento commensale di questa specie di topo. In seguito, sono state le pratiche agricole e le modalità di occupazione e migrazione delle società neolitiche pre-ceramiche del Vicino Oriente a favorire la sua invasione biologica, identificata a Cipro dall'11000 a.C. Infine, la sua invasione dell'Europa non ha seguito le principali correnti della neolitizzazione. Bisognerà attendere fino all'urbanizzazione e alle principali reti commerciali perché colonizzi l'Europa continentale orientale 6.500 anni fa e l'Europa mediterranea orientale 4000 anni fa».
Insomma, i topi sono arrivati nelle case del gli europei 2.500 anni prima di quanto si pensasse. Uno degli autori dello studio, l’archeologo David Orton dell'università di York, ha trovato ossa di topo in Serbia nei pavimenti di case bruciate in un villaggio neolitico di 6.500 anni fa e questi resti della sottospecie "orientale" Mus musculus musculus, rappresentano ora la prima prova della presenza di topi domestici in Europa, migliaia di anni prima che la sottospecie "occidentale" si diffondesse nel Mediterraneo verso l'Europa occidentale.
Orton ricorda che «Si diceva che nel Neolitico i topi non si erano diffusi a nord del Mediterraneo perché gli insediamenti europei non erano abbastanza grandi o densi da poterli sostenere, ma avendo lavorato in questi grandi siti serbi sapevo che non era universalmente vero. Mi è venuto in mente che, dal momento che gli archeologi dei Balcani spesso non usavano molto i setacci, non avrebbero necessariamente trovato ossa di topo anche se fossero esistite. Ma sapevo che nella zona c'erano specialisti che lavoravano sui resti di piante che prelevano campioni di terreno e li passano attraverso reti molto sottili e potrebbero aver trovato accidentalmente campioni di ossa. Ho contattato uno specialista che conoscevo che ha lavorato su campioni di piante nella zona e ha detto che nei suoi campioni aveva trovato molte piccole ossa che aveva conservato. Abbiamo fatto un viaggio fuori dal sito e abbiamo esaminato alcuni dei sacchi dei campioni e abbiamo trovato alcune ossa di roditori, tra cui alcune mascelle bruciate che assomigliavano molto a quelle di un topo domestico, trovate sotto le macerie bruciate sul pavimento di case che sappiamo furono bruciate circa nel 4500 a.C.».
I risultati sono stati confermati da ulteriori analisi condotte da esperti del Muséum national d’Histoire naturelle di Parigi, che sono stati in grado di individuare le ossa come provenienti dalla sottospecie orientale. Non è chiaro come i topi domestici abbiano raggiunto la regione, ma potrebbero averlo fatto seguendo le migrazioni che, alla fine del Neolitico, hanno portato all’insediamento di grandi villaggi agricoli in un’area che va dai Balcani centrali fino all'Ucraina.
I ricercatori fanno notare che «Queste due ondate di distribuzione in Europa coincidono con le date di comparsa dei primi gatti domestici in Europa. Il che suggerisce che l'introduzione di questo predatore specializzato nella caccia ai roditori avrebbe potuto essere motivata dalla necessità di controllare le popolazioni di topi commensali per proteggere gli stock di cereali e di derrate».
