
Toscana, terra d’api: nell’ultimo decennio raddoppiati gli apicoltori

Nel giro di dieci anni i “pastori delle api” sono passati da poco meno di 4 mila a quasi 8 mila: una impennata verticale ed omogenea che riguarda tutto il territorio regionale. Da Livorno, dove sono quadruplicati e Siena, triplicati, fino a Firenze, Pisa, Pistoia con punte di oltre il 100% di incremento.
È la fotografia scattata da Coldiretti Toscana in occasione della Giornata mondiale delle api, che si celebra il 20 maggio. Una giornata che ci deve ricordare il ruolo insostituibile delle api per il futuro del nostro pianeta, per la nostra alimentazione e la nostra salute.
«Le api garantiscono la riproduzione del 75% delle colture alimentari. Senza di loro frutta, verdura, ortaggi, legumi, la frutta le nostre tavole sarebbero vuote. Dalla loro salute dipende la nostra sicurezza alimentare. – spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana – Ma il loro mondo è minacciato dai cambiamenti climatici e dagli eventi estremi che rendono i raccolti di miele instabili, dall’inquinamento prodotto dalle attività umane che favorisce la moria delle famiglie, da malattie ed insetti come la varroa e la velutina e dal miele straniero di bassa qualità che arriva in Italia a prezzi stracciati minando la sostenibilità economica degli agricoltori. È un equilibrio fragilissimo che dobbiamo tutelare tutti insieme partendo dal sostenere i prodotti dei nostri apicoltori la cui presenza è vitale soprattutto nelle aree più marginali dove questa attività è più diffusa».
C’è un però: non è solo il cambiamento climatico a rendere difficile la vita agli impollinatori, dato che tra i principali rischi spiccano la diffusione dell’agricoltura intensiva e dei suoi pesticidi, un fronte sul quale gli agricoltori della Coldiretti mostrano un atteggiamento di retroguardia. E lo stesso vale per una delle principali azioni a tutela degli impollinatori (e non solo) approvata dall’Ue, ovvero la legge sul ripristino della natura, osteggiata ancora una volta dai grandi produttori dell’agricoltura.
Per imprimere una svolta alla tutela delle api occorre dunque uno sforzo di coerenza, anche da parte degli agricoltori, che possono e devono essere i primi attori per la transizione ecologica delle campagne.
