Skip to main content

Federparchi, Legambiente e Wwf al ministro: «No ad atti fondati sull'emotività».

Orsa Daniza e dintorni: ministro, ma che c’entra lo stop alle narcosi?

Anche il mondo scientifico dissente
 |  Natura e biodiversità

Con una lettera aperta recapitata oggi sul tavolo del ministro dell’ambiente GianLuca Galletti,  Federparchi, Legambiente, Wwf e  illustri esponenti del mondo scientifico italiano chiedono al ministro dell’Ambiente Galletti «un ripensamento riguardo a quanto annunciato nei giorni scorsi sulla sospensione delle narcosi sugli orsi, dichiarandosi da subito disponibili a un confronto e a una collaborazione per evitare che situazioni come quella di Daniza possano ripetersi».

I firmatari scrivono: «Abbiamo appreso della sua intenzione di voler emanare un atto che sospenda gli interventi di narcosi sugli orsi.  Con la presente siamo a chiederle di non procedere in tal senso poiché un simile atto avrebbe certamente ripercussioni negative a livello nazionale sulle attività di conservazione della specie. La morte dell'orsa Daniza, su cui sono ancora in corso approfondimenti ed indagini  non può indurre a decisioni come quella annunciata. Così come si sarebbe dovuto fare prima, anche in questa circostanza è importante che le Istituzione tengano in debita considerazione i pareri scientifici e le esperienze pluriennali senza cedere a pressioni, emotività, esigenze di comunicazione che inducono a scelte affrettate e sbagliate».

Al ministro vengono fornite spiegazioni e riflessioni scientifiche: «solo in Abruzzo, negli ultimi 20 anni, sono stati narcotizzati a cura del Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise, oltre 88 orsi con zero mortalità. Animali che, grazie alla narcosi, sono stati dotati di radiocollare e quindi è stato possibile monitorarli, seguirli e proteggerli,  in alcuni casi anche curarli. Tutto questo ne ha garantito la conservazione.  Non si può dunque ignorare queste evidenze documentabili e agire in risposta ad un singolo caso dove il problema da considerare non è solo la narcosi effettuata, ma anche la situazione generale che potrebbe aver determinato uno stato di stress dell'animale e quindi una reazione negativa al farmaco somministrato. Come l'esperienza comune insegna anche per la specie umana,  gli interventi di narcosi sono sempre estremamente delicati ma se correttamente gestiti rispondono a  precisi protocolli di sicurezza. Pensare di impedirli non ha alcuna ragione scientifica e nel campo della conservazione non aiuta certo nella tutela della biodiversità e comprometterebbe molte iniziative per la tutela di una specie simbolo straordinaria quale  appunto quella dell'orso bruno o dell'orso marsicano».

Federparchi, Legambiente, Wwf e scienziati segnalano a Galletti che «attualmente - sempre in Abruzzo - sono in corso attività di controllo e monitoraggio su cui, proprio per escludere il ripetersi di situazioni conflittuali tra orsi e popolazioni locali, non si può escludere l’esigenza di radiocollari e quindi la necessità di interventi che inevitabilmente rendono necessario sedare l’animale.  Non procedere in questi progetti significherebbe creare le premesse per ulteriori problemi».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.