Skip to main content

Pesce spada, Oceana: «Piano di emergenza o l’Ue chiuda la pesca»

In 30 anni di sovrasfruttamento la popolazione del pesce spada è diminuita di oltre il 70%
 |  Natura e biodiversità

 

Oceana, l’Ong internazionale che si occupa di protezione del mare, fa eco all’appello degli scienziati per «Un piano urgente e immediato per recuperare il pesce spada e assicurarne il futuro nel Mediterraneo. L’unica alternativa per l’Unione europea di raggiungere l’obbiettivo prefissatosi di gestire la pesca sostenibilmente entro il 2020 è la chiusura totale della pesca al pesce spada. La popolazione di pesce spada si è ridotta di un terzo rispetto agli anni ‘80 a causa di una dilagante sovrapesca e irrisolutezza politica.

L’invito ad agire di Oceana arriva dopo il 2016 Meeting of the SCRS dell’  International commission for the conservation of atlantic tunas (Iccat(, che si è concluso il 7 ottobre a Madrid, durante il quale gli scienziati hanno sottolineato l’emergenza della situazione critica del pesce spada nel Mediterraneo. Dai risultati del meeting Iccat è enerso che «La sovrapesca di questo stock è ormai così eccessiva che quest’anno i paesi del Mediterraneo dovranno adottare un piano di recupero del pesce spada così da assicurarne la ripresa verso livelli sostenibili e poter riparare il danno nel lungo termine».

Lasse Gustavsson, direttore esecutivo di Oceana in Europa, ribadisce: «E’ necessario un piano di recupero per il pesce spada ora. L’Ue pesca oltre il 75% di questa risorsa e ha la responsabilità di assicurarne il pieno recupero. Non c’è spazio per ulteriori giustificazioni per questo ritardo».

Secondo Oceana e gli scienziati, dei 30 stock ittici gestiti dall’Iccat, l’organo responsabile per la conservazione dei tunnidi e specie affini nell’Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo, «il pesce spada del Mediterraneo è quello che più sta soffrendo la sovrapesca. Tre decenni di pesca eccessiva, ignorando ripetutamente il parare scientifico e una completa mancanza di visione politica che garantisca un’adeguata gestione della pesca, ha fatto sì che ci sia un 70% in meno di pesce spada. Diversamente che per il pesce spada del Mediterraneo, per il pesce spada dell’Atlantico e il tonno rosso – che hanno sofferto situazioni di sovrapesca simili all’attuale del pesce spada del Mediterraneo – piani di recupero sono stati adottati al primo segnale di allarme e da allora hanno dato notevoli segnali di miglioramento, in linea con una gestione sostenibile. Per raggiungere l’obbligo legale della Politica comune della pesca, di gestire gli stock ittici a livelli sostenibili, l’Unione Europea deve chiudere la pesca al pesce spada del Mediterraneo o definire con i Paesi mediterranei coinvolti nell’Iccat un piano immediato di recupero». Tra questi, in prima fila, c’è l’Italia.

Oceana conclude con un avvertimento alla Commissione europea: «Nel contesto della crisi globale per la sovrapesca, la comunità internazionale osserverà se l’Ue prenderà spada, con 75% delle catture totali in Mediterraneo, e non adempiere al suo obbligo legale di recuperare gli stock a livelli sostenibili indebolirà la sua capacità, impegno e volontà di raggiungere gli obiettivi delineati dalle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, e in particolare l’Obiettivo 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile».

 

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.