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Più che nuove leggi, per la tutela dell’ambiente serve buona politica

Che la crisi dell’ambiente dipenda in primis dalle leggi da noi come sul piano europeo e internazionale è un sciocchezza. Per la tutela della natura, delle coste come del paesaggio, del mare come dei fiumi, dell’aria come delle acque sono operanti spesso da anni ottime leggi che ci si è badati bene in troppi casi dall’applicare, rispettare. E come è accaduto con la buona legge sui parchi per anni si è cercato di accreditare l’idea che le cose non andavano bene per i limiti della legge e non per la mancanza di una qualsiasi politica nazionale degna di questo nome.
Un sistema di parchi in grado di mettere in rete i grandi parchi nazionali e regionali e le piccole aree protette. Un sistema che integrasse terra e mare. Invece abbiamo avuto e abbiamo ancora parchi commissariati, senza direttore e nella maggior parte – specie quelli nazionali – senza piano. Tutto questo nella legge c’è ma non c’è nella politica ministeriale e non da poco.
Stessa musica o quasi per l’assetto idrogeologico, il paesaggio. Ecco perché si è preferito fare manfrine sulla legge piuttosto che convocare una Conferenza nazionale dove sarebbe stato più difficile buttarla in chiacchiere su emendamenti che hanno screditato il parlamento e mortificato le politiche ambientali.
Ecco perché stiamo incontrando tanto interesse per le iniziative che il Gruppo San Rossore ha promosso e sta organizzando sul libro “In ricordo di Bino Li Calsi” a partire dal 27 febbraio alla Camera dei Deputati ma anche a Torino, Pisa, Palermo. Un omaggio doveroso ad una figura indimenticabile e non solo per i parchi, ma anche il rilancio di una politica di cui si sono perse le tracce.
Se vogliamo tornare a parlare e discutere di politica innanzi tutto con le sue rappresentanze sovente latitanti e di scarsa competenza.
