
Caccia, Legambiente a Meloni: «Viene normalizzato il bracconaggio, si fermi questo scempio legislativo»

Il disegno di legge sulla caccia a cui sta lavorando il governo e che potrebbe approdare a un esame definitivo già al prossimo Consiglio dei ministri destra forte preoccupazione in tutto il mondo dell’associazionismo ambientalista e animalista. Per Legambiente siamo di fronte a un testo semplicemente «inaccettabile» e se venisse approvato «cancellerebbe gli ultimi 60 anni di politiche, impegni e azioni dell’Italia a tutela e conservazione degli animali selvatici, calpestando, al tempo stesso, l’art. 9 inserito nel 2022 nei principi della Costituzione, che obbliga lo Stato, attraverso le sue leggi, a garantire la tutela degli animali». Per questo, spiega il presidente nazionale del Cigno verde, Stefano Ciafani, nel giorno del decimo anniversario della legge sui delitti ambientali nel Codice penale, l’associazione rivolge un forte appello alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: «Impedisca questo scempio legislativo e si impegni, invece, insieme al governo – dice Ciafani - a completare quella riforma di civiltà avviata nel 2015, approvando finalmente sanzioni efficaci e dissuasive contro chi commette crimini contro gli animali, a partire dal bracconaggio e dai traffici di specie protette, come prevede la direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente».
In Italia, ricorda Lega,biente, le specie animali selvatiche, anche quando particolarmente protette e a rischio di estinzione, come dimostra il caso dell’Ibis eremita (Geronticus eremita), sono reiteratamente oggetto di caccia illegale. Per questo, in fatto di tutela degli animali, il nostro Paese non può fare passi indietro con un Ddl palesemente incostituzionale e che renderebbe legale il bracconaggio, che deve invece diventare un delitto, con la reclusione da tre a sei anni.
Legambiente ricorda, inoltra, che a tre anni dall’inserimento in Costituzione della tutela degli animali, l’80% degli atti successivamente approvati non rispetta il principio costituzionale richiamato dall’art.9 e solo il 20,5% è in linea con la riforma del 2022. A livello politico l’attenzione maggiore si è concentrata sugli animali d’affezione, mentre gli animali selvatici sono costantemente “sotto attacco” a causa del bracconaggio e di importanti traffici illeciti, anche internazionali, e del tutto privi, ancora oggi, di un’effettiva tutela penale, a partire dalle specie protette.
Inoltre, in un periodo in cui tra l’altro la Commissione europea ha contestualmente deciso una modifica diretta dello status di tutela del lupo, specie dall'alto valore conservazionistico, nella Direttiva Habitat tramite il suo spostamento dall'allegato IV all'allegato V, Legambiente ricorda che il Governo non ha alcuna intenzione di mantenere inalterato, sul territorio nazionale, lo stato di protezione della specie (facoltà che gli stati membri hanno) per cedere alle pressioni di armieri e cacciatori contro ogni evidenza scientifica e in pieno contrasto ai principi di una sana e possibile coesistenza tra attività antropiche e fauna selvatica.
Duro il commento anche di Lndc Animal protection, per il quale è evidente che con questo disegno di legge il governo «vuole scardinare totalmente le attuali tutele alla fauna selvatica», per non parlare del fatto che con fucili in spiaggia e caccia notturna siamo di fronte a una situazione di maggior pericolo per tutti. «L’ennesimo regalo alla lobby venatoria e delle armi sta per essere servito su un piatto d’argento – scrive in una nota l’associazione – Il Governo Meloni infatti, tramite il cognato della premier Francesco Lollobrigida che ne ha promesso l’approvazione entro agosto, sta per scardinare del tutto le attuali tutele alla fauna selvatica con un disegno di legge che si ripromette – tra le tante cose – di ripristinare l’uso di metodi vietati dalla UE per la cattura di uccelli da usare come richiami vivi, estendere le specie di questi uccelli da 7 a 47, aumentare i periodi di caccia così come gli orari e le aree in cui sarà possibile sparare indiscriminatamente contro qualunque cosa si muova».
Sottoliena Piera Rosati, residente Lndc Animal Protection: 1Queste misure trasformano l’Italia in una giungla armata, dove la vita degli animali selvatici viene ulteriormente svalutata e i cittadini rischiano di trovarsi in mezzo a situazioni di pericolo anche in luoghi fino a oggi considerati sicuri, come le spiagge o le aree naturali. L’idea che si possa sparare anche di notte è particolarmente allarmante: la ridotta visibilità aumenta esponenzialmente il rischio di incidenti gravi, sia per gli animali non cacciabili sia per le persone».
Per l’associazione le modifiche legislative appaiono tra l’altro in netto contrasto con le direttive europee in materia di tutela della biodiversità e rischiano di far incorrere l’Italia in nuove procedure d’infrazione da parte dell’Unione europea. «In un momento storico in cui la protezione dell’ambiente dovrebbe essere al centro delle politiche nazionali e internazionali, questa legge si pone come un pericoloso segnale in direzione opposta» sottolinea Lndc Animal Protection evidenziando anche il rischio che tali provvedimenti rappresentano di fatto una legittimazione del bracconaggio, rendendo più difficile per le forze dell’ordine distinguere tra attività lecite e illecite, soprattutto nelle ore notturne.
