Skip to main content

Da Cnr e Ispra un nuovo metodo per monitorare gli ungulati

La Morgia: «La gestione della fauna selvatica in Italia potrebbe avvalersi di tali metodologie per rendere i monitoraggi più accessibili e sostenibili, sia dentro che fuori dalle aree protette»
 |  Natura e biodiversità

Sviluppare tecniche di monitoraggio efficaci, accessibili e scientificamente affidabili è fondamentale per una gestione sostenibile della fauna selvatica. È l’obiettivo della nuova metodologia elaborata dall’Istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isc) e dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), basata sulla teoria del distance sampling.

Un primo test è stato condotto nella Game Management Area di Sandwe, in Zambia, dove è stata applicata una tecnica di osservazione da autoveicoli per stimare le densità di grandi erbivori. Il metodo tiene conto della visibilità degli animali e della distribuzione delle strade, integrando i dati in un modello che “compensa la distribuzione non casuale delle strade nell’area di studio, così da ottenere dati non-viziati e sufficientemente precisi”. I risultati sono stati pubblicati sull’African Journal of Ecology.

«In queste zone, il monitoraggio degli animali – che spesso rientrano tra specie minacciate o vulnerabili – è condotto senza un solido supporto scientifico, e le operazioni di gestione vengono svolte senza una base conoscitiva adeguata», spiega Stefano Focardi del Cnr-Isc. «La ragione di questa situazione è legata alla carenza di conoscenze tecnico-scientifiche da parte dei responsabili delle aree protette e delle aziende faunistiche, e a una cronica mancanza di risorse finanziarie che impediscono l’impiego di metodi statistici affidabili».

Il nuovo metodo consente di “accelerare i tempi di rilevamento, ridurre i costi di monitoraggio e aumentare la sicurezza degli operatori” rispetto ad altri sistemi impiegati in Africa, come il censimento aereo o il foto-trappolaggio.

L’approccio elaborato dal team italiano ha anche un’importante funzione educativa e gestionale: l’articolo è corredato da un software pensato per essere utilizzato anche da chi “è privo di una formazione statistico-matematica avanzata”, ma si occupa quotidianamente della gestione faunistica.

Non si tratta di un’esperienza circoscritta ai contesti africani. Come osserva Valentina La Morgia di Ispra, «anche la gestione della fauna selvatica in Italia potrebbe avvalersi di tali metodologie per rendere i monitoraggi più accessibili e sostenibili, sia dentro che fuori dalle aree protette, migliorando la gestione della fauna selvatica».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.