Abruzzo, ancora un orso marsicano investito sulla statale
Un altro orso bruno marsicano è stato ucciso da un’auto lungo la rete stradale dell’Appennino centrale. È accaduto nella serata di sabato sulla statale Sora–Avezzano, all’altezza del chilometro 27 circa, in un tratto esterno ai confini del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. L’animale, un maschio subadulto di età compresa tra i 4 e i 6 anni, è probabilmente morto sul colpo a causa dei gravi traumi riportati nell’impatto.
L’allarme è scattato intorno alle 22. La Centrale operativa dei Carabinieri di Tagliacozzo, in assenza di altri veterinari, ha attivato l’équipe del Parco, che ha raggiunto il luogo dell’incidente dopo circa 45 minuti, trattandosi di un’area distante e al di fuori anche dell’Area contigua. La veterinaria ha potuto solo certificare il decesso dell’orso, probabilmente dovuto a un trauma cranico. La carcassa è stata poi trasferita nella sede del Parco a Pescasseroli e sarà sottoposta a necroscopia presso l’Istituto zooprofilattico di Teramo. Sulla dinamica dell’incidente, che avrebbe coinvolto almeno due veicoli, sono in corso gli accertamenti dei Carabinieri.
«È un episodio – dichiara il Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise – che si aggiunge a una serie già lunga e che, ancora una volta, richiama la complessità della convivenza tra fauna selvatica, infrastrutture (strade, superstrade e autostrade) e territori abitati. Una complessità che difficilmente può essere compressa in risposte semplici o immediate che non sempre riescono a raccontare tutti gli aspetti della realtà».
Sulla morte dell’orso è intervenuta anche Legambiente, che richiama l’urgenza di interventi strutturali.
«Si tratta di una grave perdita per l’ecosistema montano e soprattutto un fatto che indica ancora una volta l’urgenza di mettere in campo soluzioni e azioni operative di lungo periodo per una corretta coesistenza tra uomo e animali selvatici – ha commentato Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente – Ribadiamo l’urgenza di realizzare nella Penisola i cosiddetti corridoi ecologici strumenti già utilizzati con successo all’estero mentre in Italia purtroppo si procede troppo a rilento sebbene l’Unione Europea abbia fornito indicazioni chiare sulla realizzazione delle infrastrutture verdi e blu per tutelare il capitale naturale. Ad esempio, i Monti Ernici sono un corridoio ecologico fondamentale per la tutela dell’Orso bruno marsicano, una cerniera tra Lazio e Abruzzo con diversi siti Natura 2000, che andrebbero gestiti in maniera più adeguata e unitaria attraverso la realizzazione di un’area protetta interregionale».
I numeri restituiscono con crudezza la dimensione del problema. Secondo i dati Ispra, ricordati da Legambiente, nel periodo 2003-2024 sono morti 52 orsi marsicani per cause legate direttamente o indirettamente all’attività umana: investimenti stradali, uccisioni illegali, avvelenamenti.
La complessità della convivenza tra fauna selvatica, infrastrutture e territori abitati non può più essere affrontata solo dopo le emergenze, ma richiede interventi strutturali, continui e coordinati, capaci di prevenire nuove perdite per una delle specie simbolo dell’Appennino centrale.