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Da sola, questa fonte rinnovabile basterebbe a soddisfare l’intero fabbisogno di energia

La comunità geotermica europea alla Commissione Ue: servono strategia e un piano d’azione

Nell’appello guidato dall’Egec l’Italia è in prima fila: da CoSviG all’Igg Cnr, da Enel all’Ugi
 |  Nuove energie

«Il World energy outlook dell’Agenzia internazionale dell’energia prevede una quadruplicazione dell’energia geotermica a livello globale – ad eccezione dell’Europa. Questo è impensabile, soprattutto per una tecnologia che è nata e si è sviluppata in Europa. Questo divario energetico critico minaccia la sovranità tecnologica dell’Europa, la sicurezza energetica, la competitività, l’occupazione e i progressi verso il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050».

È questo l’incipit della lettera aperta inviata ieri dal Consiglio europeo per l’energia geotermica (Egec) ai vertici della Commissione Ue – i commissari Teresa Ribera, Stéphane Séjourné, Dan Jørgensen e Wopke Hoekstra – per evidenziare l’urgente necessità di una Strategia e di un Piano d’azione europei per la geotermia.

Insieme alla firma del segretario generale dell’Egec, Philippe Dumas, la missiva è accompagnata da quelle dei principali protagonisti della vasta comunità geotermica del Vecchio continente, con quella italiana in prima fila. Soggetti interamente pubblici come il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche (CoSviG), l’Igg-Cnr o l’Università degli Studi di Padova; associazioni di settore come l’Unione geotermica italiana (Ugi), l’Associazione italiana riscaldamento urbano (Airu) ma anche il Consiglio nazionale dei geologi; un vasto mondo industriale, che spazia da Enel a Baker Hughes, da Magma Energy Italia a Steam a Turboden.

Del resto la stessa Agenzia internazionale dell’energia ha invitato tutti i governi a «portare la geotermia al centro dell’agenda delle politiche energetiche», rendendo «l’energia geotermica più centrale nella pianificazione energetica nazionale e sviluppando obiettivi dedicati e roadmap tecnologiche». Nel 2024, il Parlamento europeo è stata la prima istituzione dell’Ue chiedere una «strategia geotermica dell’Ue che fornisca indicazioni concrete agli Stati membri e alle amministrazioni locali». Anche i ministri dell’Energia europei hanno invitato la Commissione europea a pubblicare «un Piano d’azione europeo dedicato alla geotermia, con misure per facilitare i progetti geotermici e accelerare la diffusione dell’energia geotermica», nelle conclusioni del Consiglio Energia sulla geotermia del 2024.

Adesso l’Egec e il resto della comunità geotermica europea chiedono alla Commissione di portare a termine il lavoro. «Questa strategia e piano d’azione dedicati e completi devono includere – si legge nella lettera, riportata integralmente a coda di quest’articolo – tutte le tecnologie geotermiche, dalla produzione di elettricità al riscaldamento, al raffrescamento, allo stoccaggio e all’estrazione di materie prime critiche (come il litio) al fine di accelerarne la diffusione commerciale. Fornendo un chiaro impegno politico agli investitori e promuovendo politiche coordinate volte ad aumentare gli investimenti, il sostegno all’innovazione, la semplificazione delle procedure autorizzative, gli strumenti finanziari per mobilitare capitali privati e la condivisione delle conoscenze, la Strategia e il Piano d’azione sbloccheranno l’enorme potenziale dell’energia geotermica come fonte rinnovabile di base, resiliente e locale, parte integrante della transizione energetica e dell’autonomia strategica dell’Europa».

Dispiegare il pieno potenziale dell’energia geotermica porterebbe a risultati straordinari sotto il profilo sia ambientale sia socioeconomico. Da sola, secondo la Iea questa fonte rinnovabile potrebbe soddisfare infatti 140 volte il fabbisogno globale di elettricità; come sottolineato dallo stesso direttore esecutivo dell’Agenzia, Fatih Birol, il «potenziale tecnico della geotermia sarebbe più che sufficiente a soddisfare l’intera domanda di elettricità e di calore in Africa, Cina, Europa, Sud-Est asiatico e Stati Uniti».

Per questo l’Egec insiste sulla necessità di una politica industriale di settore che abbia respiro europeo: «Ciò garantirà a famiglie, città, imprese, fornitori di elettricità, operatori di rete, gestori del teleriscaldamento, fornitori di edilizia sociale, comunità energetiche, industrie manifatturiere – dai settori chimico, cartario e metallurgico – agricoltori e produttori agroalimentari, settore sanitario, produttori farmaceutici e data center l’accesso a forniture abbondanti e a costi accessibili di energia geotermica. Siamo pronti a collaborare strettamente con i vostri team e con le rispettive Direzioni generali – conclude la lettera – per conseguire questi risultati fondamentali». Le idee su cui lavorare non mancano: l’Egec ha già messo in fila nove priorità da poter sviluppare insieme alla Commissione Ue.

fatih birol iea geotermia

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Redazione Greenreport

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